top of page

Accorciamo le distanze: un nome, un programma




Accorciamo le distanze è un gruppo nato a fine 2017 all’interno del C.A.S., composto da giovani...ma non solo. Tutto è nato da una comune volontà di partecipazione attiva alla socialità e alla cultura: un sentimento naturale, istintivo, semplice...


Una cosa, invece, risultata ostica e difficile ai nostri giovani occhi è stato creare un gruppo senza incappare nella sottovalutazione altrui. Nelle esperienze precedenti troppo spesso siamo stati messi in secondo piano per la nostra inesperienza ed età, ma come si può pretendere una presenza giovanile così piccola e passiva? Come si può pensare che la nostra passione e irruenza vadano limitate? In molte occasioni ci siamo sentiti più una data che una persona, con pensieri e voglia di fare. Accorciamo le distanze è il primo gruppo in cui abbiamo potuto esprimere le nostre idee e abbiamo potuto realizzarle! Con queste parole non intendiamo che esso sia un evento unico... solo raro: molti giovani dovranno ammettere in tutta onestà che la dinamica standard non è così. Ad accrescerne l’eccezionalità, Accorciamo le distanze è stato creato da persone di varie età: siamo partiti da zero, alla pari negli incarichi e nelle decisioni. C’era quindi il rischio di ricevere un trattamento diffidente anche dai propri collaboratori, oltre che dalla gente in generale. Sono indubbiamente impegnativi i confronti generazionali...o forse solo i confronti in sé. A pensarci bene, il nostro, è un errore di ragionamento, una distorsione del pensiero: non ci sono età, ci sono persone; è la condivisione stessa una sfida. Il successo di un progetto dipende dalla volontà dei suoi partecipanti, dalla loro passione. A dimostrazione di ciò, altre persone hanno voluto aiutarci e il pubblico ha accolto positivamente gli eventi da noi proposti. L’esperienza e la conoscenza unite alla creatività e alla novità hanno ripagato di tutta la fatica. Il meglio dei due mondi.


Nel corso del tempo, il nostro gruppo si è via via inserito anche in altri progetti del C.A.S., divenendone parte integrante. Questo è stato un altro passo avanti: dalla collaborazione con degli adulti siamo passati ad entrare in un insieme più ampio e multigenerazionale, in cui tutti erano più grandi di noi. Non si possono negare delle incomprensioni e delle difficoltà iniziali, ma dopo poco ognuno ha avuto il proprio posto, dove la sua voce viene ascoltata e le sue competenze valorizzate. Non si esagera nel dire che ora il gruppo è un po’ uno solo. Da ciò che ci è stato raccontato, il C.A.S. è sempre stato un caleidoscopico insieme di storie e persone. Fin qui si può certo dire che non sia un fatto tanto eccezionale, ma allora bisogna anche convenire che non tutte le associazioni del genere resistono per 50 anni! Forse il segreto è capire che ci sono più somiglianze che differenze nella maggior parte della gente. Possono sempre capitare, e capitano, momenti bui e solitari, in cui la scelta di portare avanti certi valori e certe idee mina quasi l’esistenza stessa del gruppo. Bisogna però tenere duro per ciò in cui si crede e aspettare di raccogliere i frutti che coscienza e dedizione hanno gettato sulla terra.


L’intenzione non è scrivere di sterili discorsi ma ammettere che, benché non siamo più bambini, abbiamo imparato suddetta lezione da chi ha percorso questa strada prima di noi. Nella sua giovane vita, Accorciamo le distanze ha già subìto delle defezioni: il numero originario è almeno dimezzato. Tale situazione ci ha messo a dura prova, perché è stato difficile portare avanti il progetto...ma soprattutto perché si sono allontanati degli amici. Abbiamo ideato insieme questo gruppo, ci abbiamo creduto. Alcuni se ne sono andati sull’onda dell’inattività e dall’apatia che ha avvolto gli ultimi due anni della nostra vita, complice il Covid-19. Altri semplicemente si sono fatti trascinare dagli impegni dell’esistenza, mettendo in secondo piano il nostro progetto.


Trovarsi improvvisamente da soli ci ha spiazzato e per un po’ eravamo come persi.

Il C.A.S., oltre a darci fisicamente una mano per i nostri eventi, ci ha aiutato ad accettare l’evolversi di un gruppo. Con la concretezza delle sue azioni abbiamo constatato quanto possa essere amaro il mancato impegno delle persone, quanto l’interesse sia flebile come la fiamma di una candela. Non bisogna però per questo perdere né il gusto né l’essenza dell’esperienza che si sta vivendo: il volontariato è una libera scelta, per cui ognuno decide cosa fare e, in un certo senso, si può fare tutto con le forze di cui si dispone. Col senno di poi non c’è rimpianto o rancore se guardiamo indietro; abbiamo solo voltato pagina di un libro che speriamo abbia tanti capitoli. Teniamo a mente qual è l’obiettivo: mandare un messaggio importante.


Fin dall’inizio ci siamo concentrati su di esso e sulla modalità di comunicazione. Abbiamo deciso di percorrere una strada non convenzionale: vogliamo raggiungere l’uomo comune e il disinteressato; non vogliamo che la gente si presenti a una determinata ricorrenza, ma che vi si fermi perché non può farne a meno. Crediamo che si possano veicolare valori ed idee tramite il linguaggio della cultura e dell’arte: che si dia libero sfogo alle emozioni, che la meraviglia penetri nell’animo. Con questi obiettivi cerchiamo di proporre eventi sempre particolari, in grado di interessare la maggior quantità possibile di persone, composti da più realtà e allestiti in spazi aperti e pubblici. Vien da sé che ciò comporta dei problemi logistici e tecnici, situazioni che abbiamo già sperimentato...però questa è la nostra scelta e noi ne paghiamo il prezzo di buon grado.


Accorciamo le distanze non è dunque solo un nome, nato una sera d’inverno al tavolo di un bar, ma un programma. In tre parole è riassunto tutto il nostro operato: parliamo di una vicinanza di intenti, di rapporti, ma anche di un avvicinarsi tra le persone nelle difficoltà e nelle differenze. Si tratta della nostra scelta: venire incontro, vederci meglio, volersi capire ed amarsi. Accorciamo le distanze è una dichiarazione di valori.


 

Autore: Bianca Calvi




 
 
 

Comments


  • Facebook
  • Instagram
bottom of page