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Cistite, un disagio sottovalutato


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Come la cistite mi ha fatto capire che se rinascerò, rinascerò uomo.


In questo articolo sono state inserite anche esperienze di donne dai 18 ai 35 anni.


Se già alla lettura del titolo di questo articolo un brivido vi ha pervaso la schiena, è molto probabile che abbiate avuto la cistite e che sappiate di cosa io stia parlando. “Ma anche gli uomini hanno la cistite” alcuni di voi staranno dicendo storcendo il naso e scrutando il mio articolo come si fa con una banconota da venti per capire se sia vera o falsa. So bene che la cistite può colpire anche gli uomini ma, concedetemelo, li colpisce in misura nettamente più bassa poiché, come confermano anche esperti e Internet, ciò è dovuto alle caratteristiche dell'uretra femminile che è, rispetto all'uretra maschile, più corta e più vicina all'ano (che è una possibile fonte di batteri infettanti). Se non avete mai avuto la cistite, sia uomini che donne, non potete lontanamente capire di cosa io stia parlando. In ogni caso la lettura di questo articolo può esservi d’aiuto per migliorare il vostro stile di vita, essere più sensibili la prossima volta con una vostra amica o per riconoscere la cistite nel caso vi venga e ringraziarmi in anticipo per avervi sbattuto in faccia la cruda realtà. Purtroppo in Italia quello della cistite è un disagio sottovalutato. Pochissime e quasi nessuna pubblicità in tv ne parla; quando si è giovani, a scuola, non viene capita e viene vista come la malattia del sesso, spesso stigmatizzando la persona che ha la cistite e, quando si è sul lavoro, ci si può fare poco o niente. Ma di cistite si soffre e anche molto. E, come se non bastasse, se ne può soffrire anche quando si ha il ciclo. Può venire per tantissimi motivi: stress, stanchezza, scorretta igiene intima, una dieta alimentare ricca di dolci, latticini e carboidrati; può venire perché si beve alcol che può irritare le vie urinarie o, ancora, per problemi di stitichezza o perché si indossano indumenti troppo stretti o sintetici. Può venire anche se si conduce una vita troppo sedentaria o se si sta troppe ore in piedi. Per capire meglio in cosa consiste la cistite è forse meglio raccontare qualche esperienza più diretta, tra le tante, la mia. La prima volta che ho avuto il dispiacere di avere a che fare con la cistite avevo diciassette anni, era il 9 agosto ed ero al mare in Sardegna. La dottoressa che mi ha prescritto l’antibiotico mi ha dato una dose da bambina (penso per via del mio peso) che in farmacia ho dovuto sostituire con la confezione per adulti. Non me la prenderò troppo con questa dottoressa di cui nemmeno ricordo volto e nome ma, essendo una professionista, mi sarei aspettata che mi elencasse le possibili cause di quella cistite dopo l’esame delle urine e che la sua bocca non scoreggiasse una frase quale: “Devi avere rapporti protetti, soprattutto sei hai più partner”, senza sapere se io avessi effettivamente rapporti e con chi. Perché, se è vero che la cistite può venire anche attraverso rapporti sessuali, questa non è la sola e unica causa, nonostante ancora molta gente pensi che sia così. La maggior parte delle mie cistiti, ad esempio, è dovuta a problemi intestinali. La peggiore cistite l’ho avuta in vacanza, ancora in Sardegna, sempre il 9 agosto (sarà una maledizione?) quando ho passato una settimana a mangiare sostanzialmente male (cibi grassi, zuccheri, poche verdure e poca frutta), bere alcol (nemmeno troppo), dormire poco e stare in acqua e al sole tutto il giorno. Quindi no, il sesso non è Satana ma bere tanta acqua è l’Acqua Santa. Berla sempre, tanta e ogni giorno, soprattutto se sei fa molto sport come me. Cancellate dalla vostra lista di amicizie chi vi domanda: “Che sarà mai un po’ di bruciore? Non riesci a uscire?”. No che non si riesce! Primo perché la cistite si presenta in modo piuttosto imprevisto e, quando arriva, causa dei bruciori infernali con annessa voglia di urinare ogni cinque secondi. Il water diventa il confessionale nel quale si cerca di espiare i peccati presenti nelle urine e diventa un luogo che sembra dare conforto, anche se in realtà non cambia niente. Quando si è fortunati la cistite arriva mentre ci si trova in casa, nel proprio spazio intimo e privato ma, se non lo si è, anche il peggior water di città può tramutarsi in un wc giapponese (dicono sia molto puliti, no?). Questo è quello che mi è successo in Sardegna, la vacanza di cui parlavo qualche riga sopra. La cistite mi ha colpita in nave, al ritorno. Ho trascorso tre ore e mezza nei bagni della nave, occupandone specialmente due che mi sembravano meno affollati, più spaziosi e più puliti. Una parentesi sui bagni pubblici; assegno il titolo di bagno piuttosto ben fatto quando sono presenti tre elementi: un appendiabiti/borse, tanta carta igienica inserita in un contenitore e non il rotolo che tutti possono toccare e uno sciacquone che viene azionato manualmente. Odio quelle schifezze che spruzzano acqua mentre stai ancora facendo la pipì. Ovviamente, da germofobica, chi si appoggia alla tavoletta è per me un folle e chi lo fa lo stesso, usando la carta igienica sulla tavoletta, è comunque tale. Io non mi appoggerei mai su un wc di un bagno pubblico dove ogni giorno entrano a fare pipì e cacca migliaia di persone e che, per quanto venga pulito, è comunque sempre sporco. Le mie tre ore e mezza nei bagni della nave mi hanno insegnato di non lasciare mai i medicinali nel garage della stessa perché sono luoghi che restano chiusi fino allo sbarco. Avevo talmente tanto male che avevo di continuo brividi di freddo, sudorazione a mille e il pensiero fisso di tirarmi una testata sulla tavoletta del water e svenire lì. Prima o poi qualcuno mi avrebbe trovata o il mio ragazzo sarebbe venuto a cercarmi. Per tornare al titolo dell’articolo che è un po’ ironico e un po’ veritiero, quando parlo con ragazze che hanno o hanno avuto la cistite, tutte sostengono che in questi momenti vorrebbero essere nate con un pene. Effettivamente, tra le mie conoscenze, conosco sicuramente molte più donne che hanno avuto la cistite rispetto agli uomini e sicuramente queste donne l’hanno avuta con più frequenza. Se per voi fosse diverso, vi prego di contattarmi. Parlando con diverse amiche e per esperienza personale, ho concluso che la fase più brutta della cistite è quando la si ha. Ci si fanno auto-promesse come: “Mangerò bene”, “Non toccherò alcol per un anno…” e così via e l’unico pensiero fisso è quello che l’antibiotico (o il metodo naturale che si sta seguendo, oltre a bere acqua come cammelli) agisca in fretta. L’antibiotico fa più effetto se viene preso a stomaco e vescica vuoti, prima di andare a dormire. Se avete la sfortuna di prenderlo durante un viaggio in auto, è probabile che vi siate fermati diverse volte a fare la pipì perché stavate letteralmente per farvela addosso. Così, tutte quelle ore di educazione fisica al liceo passate a fare il test di Cooper danno finalmente i loro frutti. Parte la corsa ai bagni dell’autogrill o al pezzetto di prato più nascosto. Poco importa se un camionista in pausa vi vede da lontano. In quel momento l’unico pensiero è fare la pipì, che probabilmente brucerà ancora ma che in quel momento vi provocherà un senso di piacere misto dolore che solo chi ha la cistite conosce. Alcune mie amiche hanno avuto la cistite emorragica che comporta perdite di sangue durante la minzione e che, loro dicono, sia ancora peggio. Se ancora non vi ho convinti che la cistite sia un vero e proprio disagio, pensate che alcuni medici sostengono che con l’età possa addirittura presentarsi con più frequenza. Durante la menopausa, i livelli di estrogeni diminuiscono e il rivestimento dell'uretra di una donna diventa più sottile. Più il rivestimento diventa sottile, maggiori sono le probabilità di infezione, aumentate anche dal fatto che durante la menopausa viene prodotto meno muco vaginale, che normalmente agisce come strato protettivo contro i batteri. Quindi, quando una donna non beve quel bicchiere di vino che insistete a farle bere o quando una donna non mangia quella fetta di torta che insistete a darle dicendo che non la farà ingrassare, è spesso perché ha o ha avuto la cistite e certi alimenti e bevande non vanno affatto bene. La cistite è un’infiammazione ma può causare anche brividi e febbre e quindi si sta molto male. Ippocrate riteneva che la cistite fosse causata dalla disarmonia dei quattro umori, mentre gli antichi Romani ritenevano che, in caso di cistite, bisognasse riposare a letto, variare la propria dieta alimentare, usare narcotici e fare ricorso alle erbe, in particolare tisane di ortica o equiseto. Per questo motivo credo che serva molta più informazione sulla stessa e molta più comprensione, soprattutto a scuola. Ricordo ancora quando una mia compagna di liceo aveva la cistite e correva tra il bagno e l’aula portandosi appresso una bottiglia di acqua che continuava a riempire e bere. Non so nemmeno come facesse a seguire le lezioni con quel dolore. Ricordo che qualcuno disse: “X ha la cistite. L’ha presa sicuramente perché ha fatto sesso con il suo ragazzo”. La cistite post coitale o da luna di miele esiste, è vero; si presenta dopo uno o al massimo tre giorni ore dal rapporto sessuale ma non è l’unica cistite che una donna può avere e nemmeno la più frequente. Impariamo a informare bene le nuove generazioni su cosa sia la cistite, ma anche su cosa sia il sesso e quali malattie si possano prendere facendolo non protetti, ad esempio. Impariamo che la cistite, come può essere causata da un rapporto sessuale, può essere causata da altri mille fattori. Impariamo a prevenirla, piuttosto che curarla continuamente. Ognuno conosce il proprio corpo e sa cosa vada bene o non vada bene per esso. Non mi stupisco comunque che la cistite sia ancora un argomento oscuro, considerando che in una società come la nostra è malvisto chi va dallo psicologo o è naturale rappresentare, nelle pubblicità, il sangue del mestruo con colori come il blu o il rosino (e già il rosino è stato un gran passo avanti). Ma questi sono altri discorsi. Circa il 10% delle donne sviluppa almeno un'infezione da cistite ogni anno e il 50-60% è destinato a presentare un episodio nell'arco della propria vita.


“Terribile”

“Non ce la facevo più”

“Non puoi tenere la pipì nemmeno 30 secondi”

“Stavo morendo”

“È una sensazione troppo brutta”

“3 ore e mezza in treno con la cistite. Volevo morire”

“Le corse dalla metropolitana ad un bagno per fare la pipì perché stavo male”

“Mi veniva da vomitare da quanto ero distrutta”

“La guardia medica della nave mi ha detto di bere tanta acqua, che sarebbe passata subito. Cistite recidiva con perdite di sangue”

“Dovevo lavorare in piedi per 8 ore, con un’ora di pausa. Avevo i brividi e non potevo tornare a casa”

“Ho fatto 4 ore in bagno senza alzarmi. Mi sento male solo a pensarci"

“Ero incinta e mi era venuta la cistite. Stavo malissimo, mi sentivo appesantita”.


Come descrivono la cistite alcune donne nel 2020.

Autore: Gaia Bonomelli (Ospite)

Classe 1995. Laureata in sociologia all'Università di Milano Bicocca, al momento si sta specializzando in editoria e comunicazione digitale e visiva all'Università di Bergamo. Collabora da alcuni anni per alcune testate locali e ha condotto un suo programma di notizie riguardanti la bassa bergamasca. È volontaria in un centro contro la violenza sulle donne. I suoi interessi spaziano da tutto ciò che riguarda la condizione femminile nel mondo, a tematiche sociologiche, fino al mondo del cinema, ai viaggi e allo sport.


 
 
 

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