Coronavirus, un’epidemia anche economica
- Accorciamo le distanze

- 10 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min

Un articolo semplice e chiaro che spiega cosa sta succedendo nel campo economico
Scorrono le giornate e le settimane a casa, più o meno tutti ci stiamo abituando a convertire la nostra routine in qualche decina di metri quadri. Gli studenti e gli insegnanti si ritrovano in aule virtuali; gli impiegati si abituano a gestire mail e commissioni dalle camerette dei loro figli; i “meno fortunati”, il cui intero lavoro dipendeva dal contatto diretto col pubblico, ora devono ripiegare su altre attività per ingannare il tempo. Ed è qua il problema che ci troviamo ad analizzare oggi.
Non sono state ancora scritte le pagine sulle vere conseguenze economiche di quello che sta accadendo (con numeri reali e dati a portata di mano), nonostante ciò gli esperti mondiali stanno già studiando tutti i possibili piani di risanamento per ricostruire l’economia che è ormai massacrata, anche se non sappiamo ancora esattamente l’entità dei danni.
Un aspetto interessante da sapere è che l’economia segue un ciclo di stadi come un organismo vivente: nasce, cresce, si riproduce e muore. Senza entrare troppo nel dettaglio, l’economia di ogni nazione subisce sempre “a ruota” una fase di crescita, una fase di repressione, una depressione e poi la ripresa [1] .

[1] Le quattro fasi del ciclo economico si osservano in relazione al PIL (Prodotto Interno Lordo) di un paese, ovvero sommando la ricchezza che un dato stato ha prodotto in un anno di normale attività. Queste fasi sono rispettivamente:
- crescita (il PIL tende a crescere rapidamente)
- repressione (dopo un picco, il PIL inizia a calare: è un trend che si deve notare in almeno due trimestri consecutivi)
- depressione o crisi (il PIL è al suo livello più basso e la produzione del paese ristagna)
- ripresa (dopo la crisi, il PIL riprende a crescere)
Queste varie fasi possono durare diversi anni e possono essere affrontate con differenti tattiche e strategie. Gli studiosi hanno creato modelli di politica economica per riuscire a gestire e governare ogni fase, cercando di mantenere il livello di qualità della vita della popolazione il più dignitoso possibile. E’ inevitabile che un’economia passi attraverso queste fasi, però è possibile prevederle. Ma come farlo? Gli economisti notano e studiano dei cosiddetti punti di flessione [2] dei risultati economici di un paese, che comunicano la piega che il ciclo sta prendendo e permette loro di agire per tempo. Ogni tanto però il ciclo può trarre in inganno e rende poco chiaro, anche agli occhi più attenti, ciò che sta per succedere nell’economia della nazione; le menti più sveglie potrebbero accorgersi di qualche indizio che faccia intendere una brusca inversione di rotta, ma di norma questi segnali deboli si rivelano e si studiano una volta superata la crisi. Tra questi segnali deboli non ci dobbiamo stupire nel ritrovare anche fenomeni di natura totalmente estranea all’economia. Già adesso potremmo dire che le numerose morti dovute a un virus sconosciuto nel mese di novembre del 2019 in Cina potevano indicare l’inizio di una futura crisi economica, oltre che ovviamente sanitaria. Segnali deboli di un megatrend [3] che ha sconvolto e continuerà a sconvolgere la nostra vita per diversi mesi.
Come già anticipato, il megatrend che stiamo vivendo non è ancora finito e non possiamo spiegare e analizzare cosa effettivamente ha prodotto sull’economia globale. Chiaramente ci troviamo in una situazione di crisi economica nera; ogni stato colpito dal virus dovrà risanare il debito pubblico contratto per fornire materiali e sostentamento al Sistema Sanitario Nazionale. Anche negli stati dove la Sanità non è pubblica, i governi devono intervenire con fondi di emergenza, poiché in situazioni di criticità tali, il privato non può sopperire alle cure mediche da solo e può, anzi, rappresentare un pericolo per la società.
Un’altra azione che ogni Stato dovrà compiere sarà quella di forzare la macchina economica del Paese; ogni nazione più o meno colpita si ritroverà a dover spingere il ciclo economico ad una veloce ripresa, con i metodi di politica monetaria che ritiene più adatti. Nei casi peggiori, come quello italiano, ogni settore industriale del paese (primario, secondario e terziario) è stato costretto a bloccarsi in varie misure, per evitare assembramenti di persone e la diffusione del contagio.
Questo blocco delle attività ha fermato il ciclo di creazione e consumo del valore che caratterizza la nostra vita e che fa girare l’economia globale nel suo complesso.
Tutti certamente ci auguriamo di superare nel minor tempo possibile l’epidemia, ma parte del nostro pensiero deve riguardare la situazione economica. Superata la crisi sanitaria, un’altra si affaccerà nella realtà globale: quella economica, i cui strascichi si protrarranno nel tempo più del Coronavirus. I malanni quindi per me sono due e doppi devono essere i nostri sforzi per affrontarli.
[2] I punti di flessione o di flesso indicano i cambi di curvatura o convessità delle curve in matematica; per esempio, nel grafico del ciclo economico, la decrescita del PIL è segnalata tramite un punto di flesso.
[3] Un trend è un fenomeno di crescita o diminuzione nel tempo; per esempio la crescita del PIL nel tempo è un trend che rappresenta la fase di crescita del ciclo economico. I megatrend sono fenomeni più dirompenti, che vanno a scalfire maggiormente l’economia.
Autore: Elisa Caravaggi


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