IL CAS all’origine della Coop. MAG 2 e della Finanza Etica in Italia
- Accorciamo le distanze
- 7 set 2022
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Era il 1980 a Inzago!
L’attività nel Centro Attività Sociali ferveva, eravamo attivi nel MAB, ovvero Movimento di Animazione di Base, collegati con gruppi che operavano principalmente in Belgio, Francia e Germania e ci occupavamo di temi quali la scuola, la casa, la vita sociale, cercando di studiare forme che permettessero alle persone di essere protagonisti delle scelte e non subirle.
L’interesse negli ultimi anni del 1970 si è focalizzata sul lavoro, alla ricerca di forme che permettessero di superare il solito schema padroni/operai e portassero verso una partecipazione e relativa responsabilizzazione di tutti gli operatori all’interno di un’azienda, allo stesso livello.
A quel tempo (ora purtroppo molto è cambiato), la società cooperativa, per come era concepita e strutturata legislativamente, rispondeva a questi requisiti. Infatti la figura del socio/lavoratore, dunque allo stesso tempo padrone e dipendente, era perfetta per l’evoluzione del nostro pensiero e ricerca.
Quando si individua qualcosa di importante e innovativo non ci si può limitare all’analisi e riflessione, bisogna agire, sperimentare e provare, altrimenti nulla cambia.
Già allora dunque, pur forse inconsapevolmente, abbiamo fatto ciò che ormai oggi è più chiaro a tutti: se vuoi creare qualcosa di nuovo e di alternativo è inutile perdere tempo ed energie a criticare o combattere a parole colui che agisce male, che secondo te fa cose sbagliate, che inquina o tratta male i lavoratori. Bisogna semplicemente mettersi a costruire un nuovo progetto che dimostri concretamente che un altro modo di agire, di fare impresa, di produrre e scambiare è realmente possibile.
E’ in conseguenza di ciò che, all’interno del CAS, un gruppo di persone, tutte impegnate in aziende tipografiche diverse e fuori paese, cominciò a manifestare l’idea di mettersi insieme e avviare una cooperativa tipografica, avendone tutte le competenze.
Ma bisognava trovare le risorse economiche.
In quell’anno in Sicilia, ad Alia un paesino immerso nelle montagne Sicule, in provincia di Palermo, esisteva da qualche anno una cooperativa di sole donne che si era messa a fare tappeti a mano, col classico telaio e uso di pezze colorate tratte da vestiti dismessi o tessuti colorati.
Ovviamente una tale iniziativa era in netto contrasto con l’atavica cultura locale che vedeva la donna sottomessa e per lo più dedita al lavoro casalingo. L’animatore del progetto venne in contatto con il MAB e ci chiese di organizzare per quell’estate un evento sulla cooperazione nel loro territorio proprio per dare importanza alla cooperativa, far capire che era un progetto valido, importante e conosciuto anche fuori dalla Sicilia e, conseguentemente, venire in aiuto a queste donne innovative, nei loro rapporti con le famiglie e la popolazione locale.
Era Agosto e tra i vari documenti che circolarono in quel seminario di studio, l’attenzione mia fu subito colta da un volantino che annunciava la recente nascita di una MAG a Verona (Mutua di Auto Gestione) che aveva come obiettivo quello di raccogliere piccoli risparmi dei cittadini da destinare al finanziamento di attività cooperative e non profit.
Era in sostanza una società finanziaria mutualistica che chiedeva a cittadini consapevoli di ”Autogestire il proprio denaro”, affinché venisse indirizzato a progetti trasparenti, scelti e voluti dai risparmiatori stessi.
C’è da aggiungere che in quegli anni il mondo non profit, come era anche la società cooperativa, non godeva di particolari attenzioni da parte del mondo finanziario ed era sempre un problema con tali forme societarie poter ricorrere al credito bancario.
Aggiungo che io dal 1972 lavoravo in una Banca tradizionale, con nell’animo di non morire lì dentro ma trovare un’alternativa quanto prima possibile.
Nella vita prima o poi a tutti vengono offerte delle occasioni, si aprono delle porte che permettono di meglio perseguire i propri valori e imboccare il cammino che si ha nel cuore: si tratta, quando si “sente che ciò accade”, di cogliere l’attimo e prendere le conseguente decisioni, che portano necessariamente a profondi cambiamenti.
Ebbene a me capitò ad Alia, all’estremo sud dell’Italia, dove giunse, portato da non so chi (mi piace pensare piovuto dal cielo!), questo volantino di un progetto nato all’estremo nord! Questo paesino e la sua cooperativa sono dunque entrati per sempre nella storia della mia vita: la cambiò radicalmente!
Tornai a casa contento ed eccitato. Telefonai subito alla MAG di Verona per prendere un appuntamento per conoscere e capire cosa stavano realmente facendo e se tutto era “autorizzato” dal sistema finanziario e se potevano darmi una mano a costituire un’iniziativa simile in Lombardia.
La visita fu eccellente, conobbi l’avvocato che aveva ideato il tutto, Giambattista Rossi, un uomo di grande statura morale che da subito mi mise in sintonia, mi parlò infatti di Autogestione, una parola chiave della mia vita e quella del CAS, oltre che protagonista di tutti gli anni 70.
Mi fece vedere i primi progetti finanziati tra cui una cooperativa tipografica che già esisteva ma che si trovava in difficoltà finanziarie. Ci parlammo a lungo con parole che risuonavano pienamente ed in modo convincente nel mio cuore.
“Non facciamoci gestire da altri, da venditori di parole vuote, dai media sempre più invasivi e decisivi sulle nostre scelte, ma cerchiamo sempre di essere presenti e protagonisti delle nostra vita, in tutti i suoi momenti e dunque anche nella nostra gestione del denaro: non lasciamolo in mano a chi non sappiamo come poi lo usa: spesso lo fa contro noi stessi che glielo mettiamo a disposizione.”
Se ancora qualche dubbio mi era rimasto prima di andare a trovare la MAG a Verona, scomparve dopo l’incontro. Nel viaggio di ritorno mi fu tutto più chiaro, avevo intravisto la mia nuova strada di vita e mi sarei dimesso dalla banca se il CAS avesse accettato la mia idea prospettica.
Ne parlammo a fondo ad una riunione: io ero deciso e esposi che mi sarei dato da fare a costituire al più presto una MAG 2, con sede ad Inzago se tutto il gruppo CAS appoggiava e diventava il primo gruppo di soci che metteva in MAG 2 una parte del proprio risparmio per avviare l’attività. Avrei dato vita ad altre MAG, con numeri in successione, in altre regioni man mano che se ne presentavano delle opportunità: lo scopo era di creare poi una rete fra di esse.
A Inzago la nascita della MAG 2 sarebbe stata contestuale alla costituzione della cooperativa tipografica del gruppo che, all’interno del CAS, aveva manifestato questa intenzione: la cooperativa si chiamò “il Girasole”.
Così fu!
Nel dicembre nacque la MAG 2 e poco dopo nacque la Cooperativa il Girasole, che si avviò grazie al finanziamento ricevuto da MAG 2 ed alle risorse raccolte in brevissimo tempo dalla stessa tra i soci del CAS, amici e conoscenti vicini.
Io misi a punto il progetto nei primi mesi del 1981, presi un’aspettativa Sindacale dalla Banca dove lavoravo e nel 1982 mi dimisi definitivamente per seguire a tempo pieno questa attività.
Se non ci fosse stato il CAS tutto ciò non sarebbe mai nato!
IL CAS fu per me una scuola di vita potentissima, e credo per molti altri che l’hanno vissuta: basta guardare quanti di quel gruppo hanno cambiato vita, professione, attività! Apprendemmo a confrontarci, capirci e a riflettere sul senso della nostra vita: ciò fu molto utile anche nelle relazioni col mondo esterno.
Eravamo contro tutti non perché lo volevamo, ma perché le nostre libere e profonde riflessioni ci portavano a scoprire cose diverse, strade diverse, possibilità diverse e lo dicevamo, le pubblicavamo: Demos! E sappiamo bene tutti che chi detiene il potere si guarda bene dal comunicarci certe cose, perché conoscenza è potere e controllo! Oso dire che oggi questa situazione è notevolmente peggiorata per la potenza molto maggiore che hanno raggiunto i media ufficiali e i social media, per cui bisogna fare ancora più attenzione!
Arrivammo a capire l’importanza dell’impegno sociale, del manifestare e vivere ciò che più abbiamo nel profondo, di scegliere non in base al denaro o al successo, ma in base ai valori che conserviamo nel cuore.
Senza il CAS non ci sarebbe stata la MAG 2 dunque!
Senza la MAG 2 forse non esisterebbero nemmeno le altre MAG nate negli anni 80 per le quali io e la MAG 2 abbiamo dato un determinante contributo alla loro nascita.
Le MAG furono anche lo stimolo per la nascita di Banca Popolare Etica nel 1998: se non ci fossero state?
Le MAG sono tuttora esistenti e sono alla ricerca costante di strade e percorsi innovativo per l’uso del denaro e per la formazione alla gestione finanziaria.
La Finanza Etica in Italia probabilmente sarebbe nata lo stesso, ma come? Quando?
Mi piace dunque pensare che le fondamenta su cui si è cominciato a costruire la Finanza etica in Italia sia proprio il CAS, che comunque una parte importante certamente ce l’ha!
Il mio augurio
è che la storia continui, che altri giovani sfruttino le opportunità che un CAS offre, ovvero momenti di incontro e di vita sociale che permettono scambi e riflessioni libere e aperte sul senso della vita e che offra opportunità di impegni pratici e volontari di intervento sociale: non si può solo parlare ma anche agire: quante volte ce lo siamo ripetuti?
La vita continua.
Autore: Giovanni Acquati
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