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Introduzione alla rassegna fotografica su Irene Camber




Ci è stata concessa l'opportunità di dedicare la nostra rassegna fotografica a un illustre personaggio italiano: Irene Camber. Un onore più che gradito.

Forse i più giovani tra voi non sanno di chi stiamo parlando, ma per altri è una leggenda vivente. È stata la prima vincitrice dell' oro olimpico nella scherma e tra le prime donne a conseguire una laurea in facoltà scientifiche. Ancora c'è gente, come mio padre, che ne parla con occhi luminosi e voce accesa. Non si tratta però di mera competitività né di generale orgoglio nazionale: i suoi primati sono di ispirazione per centinaia di persone, per centinaia di donne. La sua storia è intrecciata nella Storia e camminando con lei ripercorreremo i passi di quegli anni: le orme là lasciate sono seguite ancora oggi.

Getteremo anche uno sguardo alla sfera privata, dove Irene Camber ha ottenuto altre grandi soddisfazioni, oltre ai successi, divenendo moglie, madre e infine nonna. Rappresenta l'esempio, tuttora ambito, della donna che ha saputo coniugare famiglia e carriera, che ha sfruttato al meglio tutte le opportunità che sono incappate nel suo cammino. Una vita piena insomma, ricca di successi.

Con le mie parole ho dipinto il ritratto di un personaggio ineccepibile, quasi eroico. La donna che si staglia fiera ad aprire la strada alle nuove frontiere sociali, che inaugura una stagione di conquiste per l'identità e la qualità della vita degli esseri umani. È un mito, e noi vediamo i miti come quelle figure da copertina, nitide e bellissime, che popolano la nostra immaginazione. Ma se guardassimo con più attenzione ci accorgeremmo che tali immagini sono piuttosto come cartonati: perfetti, ma spessi 10 centimetri. Non si può pensare di ridurre una persona solo ai suoi successi, alle sue virtù, alla sua eccezionalità. Ognuno in fondo è comune nei suoi atteggiamenti e nei suoi difetti: la nostra condizione è uguale per tutti. Perché non provare a parlare della banalità della fragilità umana?

Noi abbiamo cercato di farlo. Abbiamo voluto ridare a Irene la sua identità: un essere umano, e non una pagina di Storia.



Un pensiero speciale va a Matilde. Grazie per la tua disponibilità e per averci mostrato, attraverso l'obiettivo e lo sguardo da nipote, la tua Irene.

 

Fotografie di: Matilde Corno


Monza, 1995. Dopo il liceo classico si trasferisce a Londra e si laurea in

Photojournalism and Documentary Photography alla LCC, London College of Communication, con tesi sulla fotografia dronica e la differenza tra il suo uso bellico e il suo uso artistico. Il progetto fotografico di laurea “FM105,4: radio magic” racconta lo scenario pagano del XXI secolo in Inghilterra, con un mix di ritratti e paesaggi mistici. Dopo aver viaggiato in Sud America, torna a Monza, dove insegna in una scuola elementare e fa l’assistente al fotografo Marco Valli.

Oggi lavora presso uno studio di fotografia analogica a Precotto, Milano. Nel 2020 vince il Premio Riccardo Prina “un racconto fotografico” permettendole di fare la sua prima mostra individuale al museo MAGA di Gallarate.


Contatti:

MAIL matilde.corno@gmail.com



Autore dei testi: Bianca Calvi




 
 
 

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