La voce della cultura
- Accorciamo le distanze

- 28 apr 2021
- Tempo di lettura: 6 min

Cronache della protesta al Piccolo di Milano e del Parlamento Culturale Permanente
Giorno 1 - 27 MARZO 2021: l'inizio dell’occupazione.
Il Piccolo, primo teatro Stabile pubblico italiano, viene occupato dal Coordinamento Spettacolo Lombardia, uno dei collettivi di lavoratrici e lavoratori che si sono costituiti regionalmente in Italia nell’ultimo anno. Sono mesi ormai che queste persone si sono organizzate e lavorano su una proposta di riforma strutturale del settore, declarando diverse istanze, prima fra tutte l’urgenza di predisporre dei tavoli interministeriali per partecipare in modo diretto alla costruzione di scenari nuovi e realistici.
Anche a Napoli il Teatro Mercadante è stato occupato (i dettagli), inizialmente contro il volere della direzione; manifestazioni in varie città (Torino, Venezia, Roma) sono in corso. I contatti tra le varie esperienze sono continui.
A fianco di CLS a Milano, si sono unite altre realtà che stanno cercando di “alzare la voce” per arrivare alle istituzioni: AWI (Art Workers Italia), associazione autonoma e apartitica che riunisce figure del settore culturale e dell’arte (intervista recente); i gruppi legati all’istruzione come UDS (Unione degli Studenti, che hanno recentemente raccolto tutti i movimenti scolastici nel Manifesto per la scuola pubblica) e Priorità alla Scuola; giovani e non che da mesi continuano ad occupare scuole e spazi pubblici in segno di protesta; il gruppo transfemminista di Nonunadimeno.
Nel cuore della città, davanti ad una piccola folla, si inaugura il PARLAMENTO CULTURALE PERMANENTE: uno spazio aperto di discussione, autoformazione e informazione, per riaccendere il dibattito partecipato sulla realtà che ci circonda. Sono “Prove per uno spettacolo vivo”, per costruire una ripartenza sostenibile per tutti, non solo del settore culturale.
Risulta fondante la scelta del luogo, il teatro. Viene letto il Manifesto del Piccolo, anno 1947:
“Noi non crediamo che il teatro sia una decorosa sopravvivenza di abitudini mondane o un astratto omaggio alla cultura. Il teatro resta il luogo dove la comunità, adunandosi liberamente a contemplare e a rivivere, si rivela a se stessa; il luogo dove fa la prova di una parola da accettare o da respingere: di una parola che, accolta, diventerà domani un centro del suo operare, suggerirà ritmo e misura ai suoi giorni.”
Giorno 3 - 29 MARZO 2021: il primo incontro tra i vari direttori di teatri della città di Milano.
La discussione, registrata in diretta, è veicolata quasi subito su un confronto tra le varie situazioni specifiche. C'è chi dice di non aver mai chiuso davvero, perché dirige un teatro da sempre luogo occupato, vissuto; qualcun altro vive solo grazie alle persone [che hanno sostenuto, che hanno bloccato gli affitti] e infine, c’è chi è consapevole di non essere nella condizione di poter aprire di nuovo.
Sono tutti concordi però sul fatto che serve un'immediata azione CONCRETA:
“Questa occasione non possiamo perderla, perché sarebbe uno spreco. Ci sono persone là fuori che stanno ascoltando e questa spinta vitale, il teatro, deve esserne il catalizzatore. Questi ragazzi ci hanno dato la spinta e noi ora dobbiamo seguirli”.
Sono appunto gli studenti che, attraverso la voce di una ragazza, ci ricordano l’importanza di una cultura libera, accessibile e garantita:
“Soffriamo con voi della privatizzazione e frammentazione della cultura. Nelle forme nuove che troverete abbiamo bisogno di esprimerci anche noi. La lotta è comune. Teneteci in considerazione nei prossimi discorsi. Ci sono delle contraddizioni, ma affrontiamole insieme”.
Giorno 4 - 30 MARZO 2021: il diritto alla salute e la sanità.
Diversi operatori attivi sul territorio sono chiamati a raccontare, in diretta, le loro esperienze nell’emergenza COVID. Si parla di atti di disobbedienza civile, di persone che in forma volontaria hanno generato dei sub sistemi per rispondere alle mancanze di un sistema sanitario malato, che “cura” ad un certo prezzo piuttosto che prevenire. Davanti al profitto dei malati e delle malattie, la prevenzione è come un antagonista. Eppure c’è chi ha fatto tanto, solo per il desiderio di farlo. I racconti sono tanti: le voci riecheggiano nel chiostro, attorno al silenzio.
Medicina Solidale, Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, il tampone “sospeso”, Psicologia dell’emergenza, Medici e Informazione. Medicina Democratica, il programma radio “37 e 2”; noprofitonpandemic.eu. I pacchi alimentari delle Brigate; i centralini, ormai collassati. Questi sono solo alcuni esempi di realtà create apposta per l'emergenza e di contributi dei gruppi già esistenti.
Il pubblico viene sostituito dal privato: questa è la triste considerazione del dibattito. Emerge però ancora una volta l’importanza dell’istruzione, per formare i nuovi medici del 2021 con nuova consapevolezza e rinnovata sensibilità. Nello sconforto non vi è disfattismo, ma voglia di rinascita e di crescita.
Giorno 7- 2 APRILE 2021: le sinergie dei territori.
Parlano le maestranze dello spettacolo delle province di Como, Cremona e Brescia. Dalle loro parole si avverte la consapevolezza di essere realtà simili ma molto differenti a livello fisico e di spazi. Per questo si ribadisce la necessità di evitare soluzioni cieche ai luoghi, di dialogare sulle realtà già presenti sul territorio.
Tutti concordano però che una prima azione concreta sarebbe un aiuto economico. Anche ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni) si unisce alla richiesta di fondi continui per le attività culturali a livello locale, a supporto del terzo settore. Emerge nettamente il problema del lavoro e della gestione di tale questione. La consigliera del Comune di Milano delegata al lavoro e alle politiche Sociali dichiara la necessità di recuperare un’etica del lavoro nella gestione dei patrocini. Viene ricordato l’incontro avvenuto a inizio settimana (di cui si è discusso nel chiostro del Piccolo il 31 Marzo) tra 12 assessori alla Cultura di vari comuni italiani (tra cui Milano) con i Ministri, per capire come strutturare la riapertura necessaria delle attività culturali.
Giorno 11- 6 APRILE 2021: la performance e le richieste.
Il CLS esce dal chiostro e occupa temporaneamente la strada attraverso un’azione dimostrativa - Rumore tecnico:
“Diritti
Dignità
Reddito
Cultura
Formazione
Lavoro
Cultura
Formazione
Lavoro- Lavoro - LAVORO – La-vo-ro”
Nel pomeriggio parlano le maestranze. Le richieste riecheggiano la performance della mattina: sostegni al settore continui; la modifica dell’inquadramento fiscale, dei contratti, dei salari; forme di tutela necessarie, di reddito universale.
Giorno 19 – 14 APRILE 2021: gli accordi con il Ministro alla Cultura.
Nella giornata dedicata alla Cultura scritta e indipendente, conclusa con uno dei momenti autoformativi e di sperimentazione con gli studenti attraverso la Poetry Slam, arriva la notizia che il Globe Theatre di Roma a Villa Borghese è stato occupato da un gruppo di collettivi (tra cui Campo Innocente, firmatari con AWI e altri di “ART FOR UBI”, ossia Universal and Unconditional Basic Income).
Un nuovo manifesto viene pubblicato:
“Non abbiamo bisogno di riaprire i teatri e gli spazi culturali, se non esistono le condizioni per farlo, in sicurezza e per tutti. La ripartenza indiscriminata penalizza le esperienze più fragili e alimenta la competizione, aggravando un sistema già al collasso. Scegliere tra salute e lavoro non è un'opzione discutibile. Abbiamo bisogno di ripensare strutturalmente le condizioni del nostro vivere e lavorare, dando la possibilità a tutte le soggettività che si muovono nella città di farlo con noi, immaginando modelli che siano sostenibili, fondati su pratiche collaborative dal basso, e replicabili anche altrove. Rivendichiamo il diritto a un reddito continuo, a una formazione retribuita e permanente, a un tempo di ricerca e studio che sia considerato lavoro. Sta emergendo chiaramente il bisogno di nuovi diritti sociali e di nuove tutele, di strumenti contro le discriminazioni e le disuguaglianze tra soggetti, accesso all'arte e alla cultura per tutti. Difendiamo l'informalità degli spazi di produzione artistica e culturale attualmente esclusi dai circuiti di finanziamento, e ribadiamo la necessità di una revisione dei criteri di finanziamento pubblico.”
Viene istituita una agorà cittadina, un’assemblea pubblica, a cui partecipa nel primo giorno anche il Ministro alla Cultura, annunciando ciò che viene richiesto da un anno: il 22 Aprile viene fissato il primo tavolo interministeriale con RISP (Rete Inter Sindacale Professionisti Spettacolo e Cultura).
Giorno 23-18 APRILE 2021: un giorno di prime considerazioni.
Si chiude il primo ciclo di “remake the globe” (l'occupazione romana) con l’assemblea nazionale dei collettivi. Negli occhi e nelle voci si scorgono le migliaia di persone che si sono susseguite nei giorni di occupazione del teatro romano; si sente ancora il rumore delle 1000 casse di Piazza del Popolo a Roma del giorno prima. Nella mente però si è proiettati sul futuro, sugli obiettivi.
L’urgenza infatti di sostenere e partecipare è ora ancora più importante. La dimensione globalizzata in cui siamo immersi ci ha omologati: la standardizzazione dell’ambito economico in senso competitivo ha portato alla morte di alcune prassi culturali e alla perdita di saperi. La mancanza di spazi di dialogo ha generato dei buchi nella nostra coscienza civica: siamo diventati dei cittadini inconsapevoli, non consci realmente dei nostri diritti e doveri, fin troppo abituati alla delega nei processi decisionali.
Il ruolo della scuola nella formazione dei cittadini del domani è fondamentale: educare al senso civico attraverso il teatro è una proposta logica nella sua semplicità (S. Faloppa per On Stage). Il teatro è lo spazio di riflessione sulla società che siamo, di sviluppo del pensiero critico, di indagine su se stessi. Esso perciò va supportato, quale baluardo della cultura immateriale e della formazione individuale; va però preservato anche come luogo in sé: paesaggio e costruito sono beni culturali da tutelare e parte della ricchezza umana. Questa è un’altra lezione che il teatro ci fa imparare.
I teatri che in questi giorni si aprono e si offrono al dibattito, al fare politica, dimostrano dunque quanto effettivamente ci sia bisogno di spazi autonomi di libero pensiero e soprattutto quanto sia importante che i cittadini si impegnino in quanto tali. Come dice Settis:
“Politica dovrebbe essere, non solo per etimologia ma anche per le ragioni della storia e dell’etica, prima di tutto un libero discorso da cittadino a cittadino: un discorso sulla polis, dentro la comunità dei cittadini e a suo beneficio”.
Per ulteriori informazioni, vi invito a consultare:
il manifesto di RISP (Rete Inter Sindacale Professionisti Spettacolo e Cultura)
la pagina Facebook del CLS (Coordinamento Spettacolo Lombardia)
il presidio continuo di Radio Popolare al Piccolo (i programmi: Cult e On stage)
Autore: Isabella Calvi


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