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Lo schermo accorcia le distanze

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Vantaggi e svantaggi della didattica online raccontati dai docenti


In questo periodo durante il quale la quarantena costringe a stare in casa evitando qualsiasi contatto fisico, ciò a cui le persone fanno più riferimento è sicuramente la tecnologia. La gente consulta i dispositivi intelligenti come Alexa e Google Home chiedendo informazioni di qualunque tipo; gli sportivi ordinano su Amazon il necessario per continuare ad allenarsi e gli amanti del divano fanno binge watching su Netflix, Prime Video e Disney Plus. Instagram si è riempito di dirette e su Facebook impazzano i sondaggi: “Se tre paia di scarpe=30 e Bob=5, quanto vale Bob con indosso un paio di scarpe, un Rolex che segna le 15.30 e una t-shirt che raffigura un rebus egizio?”. L’ambiente online è tutto questo ma è anche tanto altro.In questo periodo Internet ha permesso alle persone di sentirsi meno sole videochiamandosi, ha consentito la nascita di servizi che aiutano chi è più debole ma soprattutto ha permesso che alcune attività continuassero. Tra queste l’istruzione. Se da un lato la didattica online aiuta ad accorciare le distanze e garantisce che gli studenti non perdano le lezioni, dall’altro lato ci sono ancora tantissimi aspetti negativi e frustrazioni che solo l’interazione faccia a faccia è in grado di colmare.

In questo articolo sono raccolti alcuni pareri sulla didattica online rilasciati da docenti di diversi istituti.


"Gli strumenti digitali permettono la sopravvivenza dell'incontro con i ragazzi."

Carmen Oliva, docente di Italiano e Storia all'Istituto "Guglielmo Marconi" di Gorgonzola (Milano).


Inizialmente gli studenti mi hanno detto che con la didattica a distanza riuscivano a concentrarsi di più. Solo che col tempo l'euforia della novità, della possibilità di fare lezione in pigiama o di alzarsi cinque minuti prima della "campanella" virtuale è svanita e ha lasciato spazio ad una stanchezza generalizzata che ha coinvolto anche me. Sono due mesi che guardo la parete mentre spiego sperando che nel frattempo i miei studenti non si siano addormentati o che non abbiano spento il mio audio, che non si siano persi nei loro pensieri e nelle loro difficoltà. Dal vivo ti accorgi subito se uno studente sia nella giornata "no", soprattutto quando li conosci da tempo e hai imparato a capire i loro sguardi. Fin dall’inizio i ragazzi hanno dimostrato una serietà che in pochi gli avrebbero attribuito. Mi fa piacere constatare la loro maturità e il loro impegno nonostante le difficoltà oggettive. In questo periodo si rivela ancor più necessario l'utilizzo di presentazioni preparate prima della lezione in modo tale da offrire agli studenti un supporto in più. Le lezioni vengono registrate in modo da essere fruibili anche in un secondo momento; in questo modo la spiegazione tende ad essere priva di digressioni che sono più frequenti dal vivo. La difficoltà maggiore risiede soprattutto nella valutazione perché noi docenti siamo chiamati a ripensare in toto le metodologie mediante le quali valutiamo gli studenti. Nel caso dei temi, ad esempio, ho deciso di dare le tracce alcuni giorni prima spingendo i ragazzi a documentarsi al fine di strutturare meglio il tema senza l'ansia del ticchettio dell'orologio. Di sicuro tra i vantaggi c'è il fatto che non sono costretta a passare ore e ore a decifrare le loro calligrafie. Il problema della didattica a distanza è che tende a rimarcare ancora di più le differenze fra i ragazzi; chi era già bravo ora lo è ancora di più e chi invece era già più fragile, didatticamente parlando, ora è sempre più distante e difficile da raggiungere. Io e il mio compagno insegniamo entrambi e tra lezioni, riunioni pomeridiane, consigli di classe, colloqui con i genitori e corsi di formazione, la nostra casa si è trasformata nella succursale della nostra scuola. Però ho notato che in questo modo sono aumentate le occasioni di confronto fra di noi sugli aspetti didattici.


"Un insegnamento che faccio volentieri ma che non fa per me."

Tarcisia Anna Francia, docente di italiano, storia e geografia della Scuola Secondaria A. Manzoni di Cassano d’Adda (Milano).


Attraverso la didattica online cerco di organizzare lezioni che siano il più possibili interattive iniziando e finendo in modo particolare. Un ragazzo che suona il basso ha fatto un pezzo dei Pink Floyd, un altro alunno ha suonato un brano dei Queen con la chitarra, un altro ancora un pezzo di Beethoven con il pianoforte. Cerco di essere sempre presente per i miei ragazzi festeggiando i loro compleanni attraverso dei video-party. Quello della didattica online è un modo di lavorare che non appartiene alla mia generazione, ma anche gli studenti all’inizio facevano fatica perché non avevano le competenze informatiche. Un aspetto positivo di questa modalità di insegnamento è che gli studenti più timidi sono diventati più intraprendenti, non si vergognano a intervenire durante le lezioni da dietro uno schermo. Quello che mi manca di più è il contatto con i miei alunni, la vita che portano con sé quando entrano in classe e il modo che hanno di accogliermi quando entro in aula. Sono contenta di aver imparato qualcosa di diverso. Ho scoperto che si può imparare sempre, a qualsiasi età.


"Gli studenti sono stati contenti quando abbiamo cominciato le lezioni online per la sensazione di appartenenza e di vicinanza che era venuta a mancare all’inizio dell’emergenza."

Laura Ghioni, docente di matematica, geometria e scienze dell’Istituto comprensivo G.B.Rubini a Romano di Lombardia (Bergamo).


Il lavoro di un’insegnante in questo periodo diventa problematico per l’impossibilità di un rapporto diretto con gli alunni che, nella fascia di età di cui mi occupo (11-13 anni), hanno bisogno di un confronto costante. Questo è particolarmente importante proprio per quei ragazzi che hanno sempre bisogno di stimoli e attenzioni maggiori e che in questo momento rischiamo di perdere. L’unico vantaggio dell’insegnamento online è che mi permette anche in questa situazione di rimanere in contatto coi miei ragazzi. Tuttavia non ho la percezione reale di quello che hanno capito.Le spiegazioni, soprattutto di matematica e geometria, hanno bisogno di essere fatte alla lavagna per illustrare ogni passaggio e io sono abituata a passare tra i banchi per controllare quello che fanno i ragazzi. Per le mie lezioni online carico dei powerpoint che preparo sull’argomento da affrontare, ricollegandomi alle conoscenze pregresse e dando schemi semplici per l’apprendimento e il ripasso; guardo insieme ai miei alunni il libro di testo per mettere in evidenza le parti importanti da studiare ed assegno qualche domanda per la volta successiva, in modo da capire quanto è stato compreso dell’argomento. Durante la video lezione spiego quanto è presente sulla presentazione inviata, eseguo con gli alunni alcuni esercizi come esempio e assegno per la volta successiva dei compiti, che loro mi inviano e che io correggo segnalando ad ognuno gli errori commessi ed eventualmente un’ulteriore spiegazione personalizzata.


"Mi adatto ad avere un contatto audiovisivo con gli studenti anche se non è paragonabile a quello che si ha in loro presenza."

Luigi Russo, docente di Informatica all'Istituto "Guglielmo Marconi" di Gorgonzola (Milano).


Grazie alla didattica online sia i docenti che gli studenti non devono spostarsi dalla propria abitazione, evitando così dispendio di tempo per raggiungere la scuola. Inoltre gli alunni possono seguire le lezioni asincrone quando lo ritengono più opportuno. Tuttavia manca un luogo di aggregazione vero e proprio e spesso la connessione viene disturbata causando problemi audio e video. È capitato che durante una lezione in videoconferenza un alunno avesse qualche diverbio con un genitore e questa cosa ha suscitato ilarità generale. Il problema principale che riscontro è legato alla valutazione. Ci sono svariati modi che consentono agli alunni di falsare la prestazione, cosa che in presenza è molto più complessa. Sicuramente mi manca la relazione sociale con i miei alunni quando, a prescindere dal momento didattico, loro si divertono con me e io con loro.

Autore: Gaia Bonomelli (Ospite)


Classe 1995. Laureata in sociologia all'Università di Milano Bicocca, al momento si sta specializzando in editoria e comunicazione digitale e visiva all'Università di Bergamo. Collabora da alcuni anni per alcune testate locali e ha condotto un suo programma di notizie riguardanti la bassa bergamasca. È volontaria in un centro contro la violenza sulle donne. I suoi interessi spaziano da tutto ciò che riguarda la condizione femminile nel mondo, a tematiche sociologiche, fino al mondo del cinema, ai viaggi e allo sport.

 
 
 

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