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MAGNOLIA 2020 - "Radici Digitali"


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Locandina di Stefano Bonora

Una festa storica e il suo tentativo di rimanere viva anche durante quest’anno di pandemia, con un’edizione speciale.


Come tutti sanno, a causa della pandemia che ci affligge da qualche mese, questa estate moltissime manifestazioni sono state cancellate o, in minima parte, fortemente ridimensionate. E' il caso anche della Festa della Magnolia di Inzago, proposta ininterrottamente fin dal 1989 e organizzata in tutti i suoi aspetti dal Centro Attività Sociali, che quest'anno non avrà luogo nel parco dove sorge il secolare albero, da cui ha preso il nome.

La Festa era nata con una doppia motivazione che ne ha caratterizzato lo sviluppo in tutti questi anni e, in qualche modo, anche la sua diversità rispetto alle altre: il piacere e il valore dell'incontro e della convivialità (fare festa), coniugati con la possibilità di conoscere, attraverso il linguaggio dell'arte, la diversità delle culture, la varietà delle forme espressive. Un concetto che mi è caro, parlando della Festa e che, con un certo orgoglio, forse più di tutti esprime le ragioni e lo spirito di questa proposta, fu quello espresso anni fa da un personaggio del mondo teatrale, purtroppo ora scomparso (Toni Comello): una manifestazione colta e popolare. Cosa vuol dire? Semplicemente il tentativo, sempre ricercato anche se per forza di cose non sempre colto appieno nelle varie edizioni, di dare ancora più spessore culturale a un momento dove le relazioni tra le persone possono essere occasione, oltre che di legittima e sacrosanta gioia (la leggerezza opposta alla noia, alla volgarità e alla solitudine), di conoscenza, di apertura mentale rispetto all'altro, nel senso più ampio del termine. E' possibile quindi, vista questa pluridecennale esperienza, fare cultura, e cioè mettere le persone, noi stessi, in comunicazione tra loro in un circolo virtuoso dove il conflitto si rimodella in confronto, il rancore in comprensione, l'ignoranza in conoscenza, e l'emozione vibrante diventa piccolo tesoro per un pensiero, una riflessione. Ed è possibile fare cultura anche, e nonostante, avendo pochi mezzi, sia economici che strutturali: occorre creatività, coraggio, inventiva; occorre andare oltre le miserie dei politici, quasi tutti impermeabili a questi discorsi (con la cultura non si mangia!) e rischiare scelte non accomodanti o rassicurate da scudi ideologici e di parte.

Ora, come ho accennato all'inizio di questo testo, quest'anno non è possibile proporci nella veste tradizionale ma all'interno dell'associazione è sorto, durante i mesi di quarantena, un dibattito come una specie di ribellione all'inevitabilità e alla rassegnazione: ci siamo chiesti se era possibile comunque avere una presenza, pur con i limiti delle restrizioni, che potesse in qualche modo celebrare la Festa della Magnolia 2020, formulando delle proposte attraverso i canali comunicativi relativi alla tecnologia avanzata, oggi disponibili. Da subito, per forza di cose e per me, vecchio arnese la cui giovinezza è coincisa con i mitici anni settanta, in maniera assolutamente inedita, siamo entrati nell'ottica suddetta facendo le riunioni con Zoom, guardandoci attraverso il video e dialogando così, in un'atmosfera un po' surreale, ma anche distesa, come fosse un antidoto contro l'inquietudine e l'incertezza dovuta al maledetto virus, purtroppo non ancora debellato.

Questi incontri hanno partorito una decisione, condivisa da tutti i presenti, che risponde almeno in parte, all'esigenza di riempire il vuoto doloroso e inevitabile, dovuto all'impossibilità di fare la Festa dal vivo, e che si propone di mantenere una presenza nell'estate 2020, attraverso una serie di occasioni on line, in cui teatro e musica in particolare avranno modo di manifestarsi nei tempi e nelle forme canoniche legate al sistema utilizzato.

Radici digitali è il titolo dato all'edizione di quest'anno e, penso, non poteva esserci definizione migliore. Le radici richiamano la memoria, la storia e le tradizioni ma non sono ferme, si estendono sempre in ricerca, si orientano nel dare una prospettiva, un domani; le radici richiamano anche la natura, e sono le radici proprie della magnolia, dove si intrecciano forza e fragilità, come un monito verso di noi che, come umanità, stiamo violentando l'ambiente in nome di un consumo sfrenato, devastante, sciocco e terribile. Digitale è invece il richiamo alla modernità, alle nuove tecnologie, ai sistemi comunicativi oggi imperanti e la scelta di usarli in questa proposta è più che simbolica o utilitaristica, essa ci pone, in pieno spirito da Magnolia, di fronte alla sfida dei tempi in maniera critica ma non ciecamente chiusa, rischiando, ancora una volta, di battere strade diverse e di sperimentare formule e modi nella ricerca di un linguaggio, una suggestione, un'idea.

Non sappiamo cosa succederà con questa proposta, se avrà riscontro positivo o troverà molte critiche, non sappiamo se riuscirà nell'auspicato intento di creare momenti importanti, in termini emozionali e di coinvolgimento, tra le persone che vorranno provare ad approcciarsi, ma siamo convinti che anche solo avere pensato di reagire a una difficoltà oggettiva e inaspettata sia comunque un segnale di vitalità, una risposta all'inazione e al fatalismo.

Sarà un'estate strana, già lo è!, senza feste, pochi e ridotti concerti, cultura al lumicino, qualche timore, un po' di noia, vacanze con il punto interrogativo, ma contiamo veramente di riuscire a cogliere quel poco o tanto di buono che, a cercarlo, sempre si trova anche nei momenti più difficili.



Autore: Carlo Calvi (Cucci)

Presidente del CAS - Centro attività sociali

 
 
 

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