Noi esistiamo se ci pretendete
- Accorciamo le distanze

- 31 mar 2021
- Tempo di lettura: 6 min

Cronaca dell'occupazione di un teatro: la voce della cultura ai tempi del Covid.
Il 27 Marzo, come ogni anno dal 1962, si celebra la giornata mondiale del Teatro.
In particolar modo in questo giorno di 2021, dopo più di un anno di chiusura per i teatri, si celebrano il Teatro e il diritto alla cultura. In occasione di questa celebrazione, il Coordinamento Spettacolo Lombardia, nato il 30 Maggio 2020 come gruppo di rappresentanza dei vari collettivi dei lavoratori dello spettacolo, ha scelto di occupare pacificamente, con il consenso della direzione, il Piccolo Teatro Grassi di Via Rovello, teatro storico nel cuore pulsante di Milano, a un passo dal Duomo.
Si parla di una vera e propria scelta simbolica da parte del C.S.L.: il Piccolo Teatro Grassi, fondato da Giorgio Strehler, Nina Vinchi e Paolo Grassi ormai nel lontano 14 Maggio 1947, è il primo teatro stabile ed ente comunale di prosa in Italia. Parliamo di un vero e proprio organismo da sempre dedito "all'impegno sociale, alla coscienza etica, alla maturità civile" del fare spettacolo: un "Teatro d'Arte per Tutti”.
In particolar modo questa data, il 27 Marzo 2021, fino a poche settimane fa avrebbe dovuto coincidere anche con la riapertura dei luoghi di spettacolo, ma si è trattato anche stavolta di una falsa ripartenza.
Da questo punto di riferimento importante i professionisti del settore spettacolo (tecnici, sarti, costumisti, macchinisti, registi, scenografi, attori e studenti delle accademie) si sono uniti a gran voce per innalzare una richiesta diretta alle istituzioni nazionali.
Attraverso la voce dell’attrice Rossella Raimondi, il C.S.L, con il comunicato “Prove per uno Spettacolo Vivo”, si rivolge allo Stato:
“ Chiediamo un Parlamento Culturale Permanente per riportare il lavoro delle attività culturali come urgenza sociale, perché sia prioritario per il governo. […] Come dicono le parole dei fondatori, il teatro è un luogo dove una comunità liberamente riunita si rivela a se stessa, il luogo dove la comunità ascolta una parola da accettare o da respingere, perché, anche quando gli spettatori non se ne avvedono, questa parola li aiuterà a decidere nella loro vita individuale e nella loro responsabilità sociale. […] Viene quindi istituito un Parlamento Culturale Permanente come luogo di incontri, assemblee, dibattiti, laboratori e proposte artistiche e non. Sono chiamate a partecipare le lavoratrici e i lavoratori, le imprese culturali, le piccole e medie compagnie, le istituzioni e tutte le realtà che compongono il settore per costruire una ripartenza sostenibile da tutti, a partire dai più fragili.”
Anche Awi - Art Workers Italia, associazione autonoma e apartitica delle persone che lavorano nell’arte contemporanea, è intervenuta a sostegno dei professionisti e delle professioniste dello spettacolo, attraverso le parole della loro rappresentante Clara:
“ Siamo artiste, performer, curatrici, assistenti curatori, ricercatrici, educatori museali e mediatrici culturali d’arte, allestitori, tecnici dell’illuminotecnica e del suono, videomakers, critiche d’arte, art writers, storici dell’arte […] L’arte in generale, e l’arte contemporanea in particolare, è attualmente assente dal dibattito pubblico e politico; si parla solamente di musei, ma è riduttivo perché pochi di noi sono impiegati in questa realtà. Da un anno mostre, eventi, fiere e incontri sono stati annullati e la condizione degli art workers, che già era disastrosa, è diventata insostenibile. Con la nostra presenza vogliamo aprire un dibattito pubblico in questa settimana di occupazione, per cui invitiamo tutti gli operatori e le operatrici nell’ambito dell’arte contemporanea, e chiunque altro, a unirsi a noi per condividere le proprie esperienze. […] Non può esistere alcuna ripartenza che non riconosca il lavoro culturale in un paese come il nostro e non può esistere alcuna ripartenza che non segua principi di inclusività e sostenibilità”.
A questa azione partecipano anche le studentesse e gli studenti delle Scuole, delle Università e delle Accademie di Milano, come parte integrante e fruitrice del mondo della Cultura.
Unione Studenti, il più grande sindacato studentesco d’Italia, chiede che la cultura, facendo parte della formazione del singolo individuo, sia di accesso libero e garantito per tutti i soggetti in formazione; inoltre avanza la proposta di una riforma strutturale che cambi il sistema dell’istruzione, mettendo tra le priorità il diritto allo studio.
Maddalena, del comitato Priorità alla Scuola Milano, prende parola dopo Awi, mettendo in discussione le scelte da parte del governo durante questo periodo di pandemia covid-19:
“ Che cos’è essenziale? E per chi? […] Ci siamo accorti che le scelte governative di questi mesi sono scelte che hanno messo in primo piano i profitti di pochi alla vita di molte e molti di noi, il mercato prima della salute, prima della garanzia di una vita vivibile e degna. Chi di noi è uscito di casa l’ha fatto per andare al lavoro o per consumare, chi di noi invece ha potuto restare a casa l’ha fatto perchè da una parte c’erano persone che coprivano servizi essenziali e dall’altra perché siamo stati costretti a rimanere a casa a occuparci di tutto il lavoro di cura, oltre a tutto il lavoro produttivo, che non si è mai potuto fermare, dietro allo schermo.
[…] Se tutti i profitti che le piattaforme digitali hanno guadagnato, anche solo in questi mesi, fossero ridistribuiti in questo secondo lockdown, potremmo disconnetterci e uscire di casa per vivere e non per produrre, per vivere e non per consumare. Noi fin dall’inizio abbiamo detto quanto le scuole e i luoghi di cultura dovessero essere essenziali e prioritari, ovvero di come ciò che non si è fermato in questi mesi potesse fare un passo indietro affinché questi luoghi potessero rimanere aperti in condizioni di sicurezza. L’emergenza che la scuola chiusa produce non può durare tre anni come la pandemia, dobbiamo cambiare strategia e il nostro punto di vista si dà in tre punti: 1) salute, 2) reddito, 3) istruzione e cultura. […]C’è bisogno di smetterla di pensare per settori, c’è bisogno di costruire insieme velocemente le condizioni di possibilità di un presente, a partire dal nostro desiderio di vita e di gioia”.
La situazione e la mancanza di tutele nei confronti di questo settore è diventata insostenibile.
I numeri riportati dal presidente Agis, Carlo Fontana, ne sono testimoni: le imprese culturali nell’anno della pandemia Covid-19 hanno registrato un calo del 76,7% degli incassi con una flessione dell’80% sugli ingressi, che sono passati da 31 milioni di persone nel 2019 ai 6,2 milioni nel 2020 legati principalmente agli spettacoli tenutisi all’aperto nel periodo estivo.
Scuola e Spettacolo si uniscono per chiedere riforme, maggiori tutele, reddito di continuità e soprattutto garanzie per poter costruire un presente e un futuro più sicuri per tutti.
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, in una dichiarazione ufficiale aveva cercato di placare gli animi dicendo che “gli aiuti non si fermeranno. In Italia doveva essere una giornata di festa, una prima ripartenza, purtroppo non è così: la grave emergenza sanitaria non ha consentito la riapertura di teatri e cinema già prevista nelle zone gialle, essendo tutta Italia in zona rossa o arancione. Arriverà la riapertura e fino ad allora continueremo ad aiutare”, ma la situazione ormai è critica e non si può più aspettare sperando per il meglio. Lo spettacolo e il teatro devono essere difesi adesso! Da qui l'idea e la necessità del Parlamento Culturale Permanente.
Tale organo sarà costruito con i cittadini. Le attività comprenderanno: laboratori e incontri alla mattina; assemblee tematiche al pomeriggio con le istituzioni, i direttori dei teatri, le compagnie teatrali, i lavoratori e il pubblico.
Rossella Raimondi conclude questa prima assemblea con un caldo invito per i cittadini a prendere parte agli incontri:
“Noi non possiamo esistere se il pubblico non ci esige, se non ci pretende, come il pane quotidiano, come la pastasciutta, come le arance...quindi noi esistiamo se voi ci pretendete.”
Ricorda infine le parole del programma di sala originale del 1947 del Piccolo Teatro Grassi:
“A tutti i cittadini milanesi presentiamo il loro Teatro: il Piccolo Teatro della città di Milano, il primo teatro comunale di prosa d’Italia. Questa è la condizione che abbiamo dovuto accettare in partenza, ma anche in questa limitazione vorremmo trovare un significato felice: crediamo che sia tempo inizialmente di lavorare in profondità per potere quindi guadagnare in estensione. Forse il gruppo dei nostri spettatori diventerà un nucleo vivo di più vaste platee, ogni civiltà si attua appunto secondo un processo che accosta ed integra gruppo a gruppo, nella sua varietà e molteplicità. Per questo recluteremo i nostri spettatori, per quanto più è possibile, tra i lavoratori e tra i giovani nelle officine, negli uffici, nelle scuole, offrendo semplici e convenienti forme di abbonamento per meglio saldare i rapporti tra teatro e spettatori, offrendo comunque spettacoli di alto livello artistico a prezzi quanto il più possibile ridotti: non dunque teatro sperimentale e nemmeno teatro d’eccezione ma invece Teatro d’Arte per Tutti.”
Per gli interessati all'assemblea del 27 Marzo, ecco il link della diretta Facebook: https://www.facebook.com/Coordinamentospettacololombardia/videos/464612958291070/
Chi volesse partecipare in prima persona nella creazione delle prossime assemblee può:
visitare la pagina facebook del Coordinamento Spettacolo della Lombardia
vedere il loro sito: www.coordinamentospettacololombardia.it
inviare una mail a: info@coordinamentospettacololombardia.it
Autore: Lucrezia Abate


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