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OGM: innovazione o fallimento?


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Vantaggi e svantaggi di questa incredibile scoperta

Con la sigla OGM si definisce un organismo geneticamente modificato, ovvero un organismo il cui patrimonio genetico è stato alterato con il fine di acquisire caratteristiche utili all’uomo. La definizione è stata spesso sottoposta a chiarimenti e revisioni, in quanto mutamenti nella sequenza del DNA degli organismi avvengono continuamente in natura: nel ciclo replicativo degli esseri viventi o per agenti esterni e possono essere favoriti da incroci e selezioni convenzionali attuati spesso dagli agricoltori. Ad oggi la definizione di OGM viene attribuita a esemplari le cui modifiche del patrimonio genetico avvengono tramite tecniche di DNA ricombinante.


Grazie agli enormi passi avanti compiuti dalla scienza a partire dagli anni ’50, è stato possibile conoscere meglio non solo la struttura del DNA, ma anche decifrare la lunga sequenza di geni che lo compongono, responsabili dell’acquisizione dei caratteri tipici di ogni organismo (nel caso delle piante, la lunghezza del gambo, il colore delle foglie etc..). Risalgono agli anni ’80 i primi risultati di successo nell’inserimento di materiale genetico esogeno in cellule vegetali, ovvero di geni o loro varianti che prima non erano presenti nel DNA della cellula. Il fine era cambiare alcune sue caratteristiche o permettere l’espressione di nuove proprietà. Questi sono gli scopi alla base delle tecniche di DNA ricombinante che permettono di isolare e trasferire geni da un organismo all’altro, anche tra specie diverse (ad esempio da un batterio ad una pianta). Queste nuove metodiche di manipolazione e sfruttamento di sistemi biologici al fine di ottenere prodotti utili all’uomo hanno successivamente preso il nome di biotecnologie. È bene ricordare che gli OGM non sono presenti solo in campo agricolo, ma hanno trovato applicazione anche nella produzione di farmaci, biocarburanti, proteine e tante altre sostanze e ad oggi rappresentano un’alternativa sostenibile alla tradizionale produzione chimica.


La loro prima introduzione in campo agricolo aveva lo scopo di fronteggiare la crescente richiesta di cibo dovuta all’aumento della popolazione globale, migliorando la produttività e limitando l’impiego di pesticidi e fertilizzanti. Attualmente i maggiori produttori di OGM sono: Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, India. Tra le principali varietà coltivate si annovera la soia, il mais, il cotone e la colza, per la maggior parte modificate per resistere agli insetti e ai diserbanti. In Europa la diffusione degli OGM è stata limitata; vi sono pochi paesi produttori e anche la ricerca in campo aperto non sempre viene autorizzata, tuttavia è stata consentita l’importazione e commercializzazione di 118 varianti OGM soprattutto per la mangimistica animale. L’Italia è uno dei paesi con le norme più stringenti: vieta la coltivazione di OGM e limita la ricerca in questo campo alla sola attività di laboratorio, ma è comunque concessa la loro importazione per il foraggio degli animali. Le ragioni di questa disparità nella produzione mondiale risiedono nei vantaggi e nelle critiche che l’introduzione di queste nuove tecnologie ha suscitato.

Tra i principali vantaggi nella produzione di OGM, c’è sicuramente un aumento della produttività dovuto a una minor perdita del raccolto e impoverimento del terreno. L’introduzione di caratteri quali la resistenza a parassiti e diserbanti, ha permesso di adottare delle tecniche di coltivazione senza aratura, che limitassero l’erosione del suolo e richiedessero un impiego molto minore di pesticidi, potenzialmente dannosi sia per il cibo che per l’ambiente. Inoltre l’aumento di produttività ha portato con sé un minor dispendio di risorse e quindi anche un’agricoltura più sostenibile. I suoi promotori sottolineano che gli OGM potrebbero dare un grosso contribuito soprattutto nei paesi più poveri e in via di sviluppo, migliorando raccolti e profitti e in alcuni casi anche le condizioni di salute (grazie alla coltivazione di varianti OGM arricchite di sostanze nutritive).


Tra gli svantaggi si trovano invece le critiche sollevate dai movimenti OGM free. In campo economico il monopolio delle multinazionali costituisce un problema, perché crea un rapporto di dipendenza con gli agricoltori: le sementi OGM sono fornite da poche aziende che, per tutelare i loro diritti, in molti casi impediscono di ripiantare nuovamente i semi delle piante mature e obbligano gli agricoltori a ricomprarli ogni anno. In campo ambientale alcuni dati raccolti hanno oltretutto evidenziato che la tolleranza agli erbicidi, uno dei tratti più comuni nelle varianti OGM, può essere nocivo: promuove un uso più indiscriminato del glifosato (erbicida) e può determinare lo sviluppo di esemplari resistenti a questo diserbante. Inoltre, è stato sottolineato che l’introduzione di queste varianti favorirebbe il passaggio a un sistema agricolo monoculturale, limitando la biodiversità dell’ecosistema e mettendo a rischio le colture tradizionali che potrebbero essere contaminate. Per quanto riguarda la salute c’è molto scetticismo sui possibili rischi che comporta l’introduzione di DNA proveniente da un'altra specie (transgenesi) all’interno delle piante coltivate.


La discussione sugli OGM è sicuramente una tematica molto complessa che non si può esaurire in poche righe e necessita di un’accurata analisi scientifica, economica e sociale. Spesso sono stati oggetto di campagne mistificatorie non veritiere, spaventando i consumatori (la bufala della fragola-pesce è un esempio). Fino a oggi, dopo 20 anni dal loro impiego, non esistono tuttavia studi comprovati su una loro pericolosità per la salute dell’uomo. Anche se il mio parere può apparire di parte in quanto laureata in Biotecnologie, credo che gli OGM abbiano un potenziale enorme e possano veramente aiutare a sviluppare un sistema agricolo più sostenibile, che garantisca un approvvigionamento costante soprattutto per fronteggiare i cambiamenti climatici incombenti. Questo tipo di tecnologia non fa altro che accelerare i processi di ibridazione che da secoli gli agricoltori attuano per trovare nuove varianti che intensifichino il raccolto. Il loro limite è nell’applicazione! La coltivazione di questi esemplari deve avvenire nel pieno rispetto dell’ecosistema e del tessuto socio-economico territoriale.


In definitiva la questione rimane tuttora aperta: non sono ancora state analizzate nel completo tutte le conseguenze degli OGM. Alcune promesse iniziali saranno sicuramente disattese, ma non c’è dubbio sulle potenzialità di questa procedura: potrebbe fare la differenza in più di una situazione. Ci saranno indubbiamente ancora errori: la scienza d’altronde non è infallibile! Ciò però non fermerà mai il progresso: si continuerà a studiare e a migliorare, finché non si arriverà al risultato voluto.

Autore: Elisa Fusi

 
 
 

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