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Sempre di Lunedì



Era il giorno fisso per le riunioni del Circolo Legambiente d’Inzago, sempre il lunedì sera.


Ci si trovava, in sedi nomadi o al vecchio CAS, per parlare e riflettere sulle iniziative svolte durante la settimana, programmare le attività a venire, cercare sempre sinergie dirette con altri gruppi e attivisti ambientalisti o con persone sensibili al tema ambiente.


Ai tempi, modestia a parte, era forse l’unico gruppo ambientalista sul territorio nazionale ad occuparsi di ambiente a tutto campo e, oltre ad occuparsi anche di fiori e animali, cercava di modificare, e noi ci provammo sul territorio d’Inzago anche i comportamenti dell’animale più selvaggio di tutti: l’uomo.


L’imprinting ambientalista c’era già dagli anni ’70 nel nostro dna, prima ancora di battezzarci Legambiente. Siamo stati precursori della raccolta differenziata di carta, vetro, rottami, ci recavamo da privati, negozianti in Inzago e fuori paese. Era il sabato pomeriggio il nostro giorno a bordo del mitico camioncino azzurro e bianco … che d’inverno partiva solo con una magica bomboletta … e seduti sul cassone in mezzo a questi eterogenei materiali si è temprata la nostra resistenza e rafforzata la nostra fede al dogma che … salvare l’ambiente era vitale, riciclare era un dovere e riusare era d’obbligo.


Tutte le iniziative che andrò a raccontarvi … le abbiamo fatte noi come Circolo Legambiente d’Inzago, Fabio, Pino, Giorgio, Enrica, Anna e il sottoscritto, alcune in collaborazione con Gruppi Ambientalisti di altri paesi, altre col WWF e altre ancora in paese in collaborazione con gruppi e singoli cittadini: Rino, Virgi, Martino erano i nostri esperti a chiamata in relazione al tema di un intervento o all’emergenza del momento.


Sono state tante, molto varie, alcune persino divertenti, cercavamo sempre di non essere tristi o rassegnati ma di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Sono state fantasiose, accattivanti, eravamo tutto il contrario con l’immagine dei tempi correnti, quella dell’ambientalista triste, noioso, scoraggiato e tafazziano. Sono state azioni esaltanti e dure, non abbiamo mai retrocesso nemmeno davanti al nemico che ci stuzzicava di più, il più grosso, quello che, quando era colpito, faceva più rumore parlando di legali e avvocati.


Per dire il fare” e “agire localmente e pensare globalmente” erano le nostre due frasi magiche, creati nel 1983 da Legambiente Nazionale ancora molto valide oggi. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato grazie al nostro lavoro di volontari e di tutti quelli che hanno collaborato con noi, a chi ci aveva spalleggiato e aveva condiviso le iniziative e l’impegno durante le nostre campagne di sensibilizzazione o d’azione diretta sul territorio.


Perché tutto questo? Noi avevamo e abbiamo l’ambiente che ci meritiamo e quindi per far crescere la responsabilità individuale dei cittadini su tutti i problemi ambientali bisognava essere uniti, per guardare al futuro spiegando che … la terra è l’unica che abbiamo, e per estremo realismo oggi è diventata ormai un’emergenza reale.


Nel maggio del 1985 le iniziative e gli interventi attivi sono iniziati in modo più organizzato con il Numero del Telefono Verde 95.49.347 nato quando non eravamo ancora Gruppo Legambiente ma già militanti nel Centro Attività Sociali: il numero appariva sul giornale locale Demos già stampato in carta riciclata. La finalità del recapito telefonico era di rispondere ai cittadini che ci segnalavano in campo ambientale abusi, irregolarità, o che chiedevano di avere chiarimenti e assistenza sulla legislazione per poter esercitare azioni singole oppure, sinergiche con noi, di quartiere.


Segnalazioni erano ad esempio scarichi abusivi e fucilate ai Martin Pescatori in Cava Zacchetti oggi Transeco o l’abbandono di rifiuti nelle strade secondarie e di campagna con la comparsa improvvisa di piccole discariche abusive. Il nostro fiuto ci portava a cercare nei sacchi abbandonati bollette o etichette d’indirizzo abitativo che ci portavano quasi sempre all’abusivista di turno dell’incivile abbandono.


Il boicottaggio dei sacchetti di plastica della spesa, è stata una delle nostre campagne di sensibilizzazione che, seguendo l’esempio del Comune di Cadoneghe (PD), proponeva al nostro Comune il bando sul territorio comunale per sostituirli con possibili alternative: juta, sportine in rete, sacchetti in carta. Altre ancora: la raccolta di firme per indire il Referendum contro la caccia, il censimento del verde pubblico inzaghese, la mappatura di alberi di alto fusto e d’importanza storica e botanica presenti sul nostro Comune, la continua, assidua e assillante campagna di sensibilizzazione per poter avere in paese una raccolta differenziata e la petizione di firme raccolte per far diventare d’obbligo la piantumazione di un albero per ogni bambino nato.


Dal Telefono Verde all’adesione al Centro Attività Sociale-Gruppo Legambiente il passo è stato breve e avvenuto nel gennaio del 1989.


Nel '90 il recupero della Cava Zacchetti, oggi Transeco, diventava, come proposta, uno degli interventi più impegnativi. Recupero in tre fasi: bonifica delle aree inquinate, ripristino delle sponde, realizzazione di un Parco Comunale e intercomunale a beneficio dei cittadini, di associazioni e scuole con l’inserimento di una attività di vivaismo dell' Ente Forestale.


Le campagne di sensibilizzazione sulla cittadinanza e l’autorità politica sono state tante, avevano la funzione di evidenziare (globalmente) il problema in sinergia con il nazionale, portarlo all’attenzione dell’opinione pubblica e avanzare (localmente) con l’amministrazione comunale del momento attività e azioni di miglioramento. Sicuramente una bellissima campagna era stata quella di “Mal Aria” dove, per evidenziare e visualizzare il problema della contaminazione dell’aria, erano stati utilizzati dei lenzuoli bianchi con stampato il nostro cigno verde di Legambiente, che, appesi alle finestre e ai balconi in giro per il paese, avevano la funzione di assorbire, come delle spugne, le sostanze inquinanti che andavano a depositarsi sopra e all'interno del tessuto. Con appositi metodi chimici questi contaminanti venivano estratti dal tessuto e identificati, determinando in base ai dati d’esposizione, la qualità dell’aria nel paese e, di conseguenza, quanto il traffico veicolare o il riscaldamento andavano ad influire. Conseguente a questo, siamo partiti poi con la campagna chiamata “S-traffichiamo Inzago”, mediante la“Mappatura del traffico veicolare in Piazza Maggiore” con relative proposte alternative di circolazione con sensi unici, limiti di velocità, lo spazio per piste ciclabili e zone pedonali, in cui ha visto la luce l’azione di “100 strade per giocare e per pensare” finalizzato ad una riconquista degli spazi in paese.


Per le Campagne dei Fiumi e acque di superficie, abbiamo organizzato con il WWF di Cassano D’Adda momenti di pulizia delle sponde del fiume Adda, da cui poi era scaturita nel nostro piccolo la proposta del “Recupero della Roggia Crusina” con tanto di Concorso Fotografico, proposte di orti in affitto e lungo le sponde, come aiuto al controllo e al mantenimento della vitalità di questa piccola Roggia.


Con le Scuole che dire poi, qui c’era sempre da divertirsi, c’era il momento dell’incontro ad inizio anno con tutte le insegnanti delle Scuole Elementari del Paese e del Villaggio, con loro si proponevano, si sviluppavano i temi legati all’ambiente presenti nel programma scolastico e quindi si programmavano gli interventi in tutto l’arco scolastico. Senza esagerare posso confermarvi che gli interventi erano di alto livello tecnico e professionale personalizzati all’età dei ragazzi. L’Energia prevedeva l’incontro in aula e poi l’uscita nelle centrali idroelettriche. Le piante viste al microscopio prevedevano la preparazione in classe e, al momento, dei preparati di vetrini microscopici di cellule vegetali, piuttosto che la realizzazione di esperimenti sugli stomi fogliari e la loro funzionalità. La preparazione di un Orto e il consumo in classe delle verdure coltivate. Il Ciclo del Baco da Seta era come aspettare Natale tutte le mattine che gli alunni arrivavano in classe, dalla schiusa delle uova allo sfarfallamento dal bozzolo. Il mondo delle api con uscita in Inzago per capire la struttura sociale con le operaie, fuchi e regina, capire cos’era la smielatura e la differenza tra cera e sottoprodotti dell’alveare. Sopra le nostre teste era poi il tema degli uccelli, la costruzione dei nidi con la loro collocazione sugli alberi dei parchi e la visita delle oasi nel nostro circondario. Animali in letargo nelle nostre campagne trattato da una guardia ecologica con l’aiuto di animali imbalsamati sequestrati. La giornata dell’albero con la prima elementare aveva la funzione di piantumare in un Parco Cittadino e poi curare nei 5 anni del ciclo scolastico l’albero piantato, seguendone il suo sviluppo, riconoscendo foglie e frutti. Disimballiamoci è l’ultima che vi cito, era divertente essere davanti ai supermercati durante la Giornata mondiale della Terra per raccogliere firme e sensibilizzare i consumatori all’utilizzo di borse in carta o riciclabili, all’acquisto di prodotti con imballi più ecologici e riciclabili.


Qui mi fermo ma mi rendo conto che sintetizzare in due paginette una storia lunga decine d’anni non è semplice, ma ciò che oggi ci è possibile constatare con una certa soddisfazione, anche se, sono d’accordo con voi, non ancora in maniera sufficiente, è che tante, molte delle tematiche da noi sviluppate nel passato son diventate oggi delle realtà con cui conviviamo nella nostra giornata, nelle mura domestiche e nella vita di tutti i giorni, oltre che sviluppo imprenditoriale e economico.


Eravamo forse visionari ma concreti e “per dire il fare”, con le mani in pasta; col nostro esempio concreto cercavamo l’aiuto di gente per bene, seria e di buon senso, battagliera e tenace per poter seminare nelle menti e nella storia il senso di responsabilizzazione e consapevolezza dell’importanza di questa nostra unica casa comune che abbiamo: LA nostra madre TERRA.


 

Autore: Roberto Paroni

 
 
 

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