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Un ponte con altri mondi


C.S.I. ovvero l'esperienza del Centro Solidarietà Internazionale



Questo gruppo dal nome così altisonante e, se vogliamo anche ambizioso, è stato per noi una finestra sul mondo che nel tempo si è aperta, è diventata una porta, un ponte che ci ha permesso di avvicinarci a culture diverse dalla nostra e affrontare situazioni difficili, di sofferenza, di ingiustizia, ma anche di grande solidarietà.


Il bisogno di mobilitarsi per sostenere progetti di sensibilizzazione riguardanti il rispetto delle minoranze di tutto il mondo è stata la molla motore per costituire il C.S.I. L’esempio è stato per noi il già esistente gruppo di Bussero.


Se lo si desidera non è difficile trovare agganci e altre realtà sul territorio con cui condividere questo bisogno e il periodo storico, nel quale il gruppo è sorto, era molto impegnativo da questo punto di vista: disuguaglianze sociali, i primi movimenti migratori verso l’Italia, lo sfruttamento dei poveri del mondo…… Non che ora purtroppo le cose siano migliorate……..


I primi interventi del C.S.I. all’inizio degli anni Novanta hanno riguardato, infatti, l’organizzazione di un corso di italiano per i primissimi cittadini stranieri provenienti dal Marocco che si erano trasferiti nel nostro paese. Abbiamo cercato di dare accoglienza a chi veniva da lontano e si stupiva tra le altre cose del freddo e della nebbia, della nostra nebbia di pianura.


Il corso di italiano per stranieri, ben organizzato a diversi livelli, le cene con scambio di piatti tipici, le serate in biblioteca con film italiani alternati a film marocchini hanno permesso una reciproca conoscenza e una migliore comprensione dei modi di vivere, pur nella diversità.


Abbiamo collaborato con le scuole, organizzando lezioni interattive con i ragazzi sulle nostre tematiche: dal razzismo alla Palestina, dalla condizione dei bambini di strada in Brasile alla scoperta di culture e tradizioni diverse dalla nostra. Dal lavoro con alcune classi sull’interculturalità è nata l’idea dell’Orologiaio Matto, un calendario multietnico e multireligioso, ricco di colori e di disegni realizzati dai ragazzi, dove il tempo viene letto attraverso le tradizioni e le feste delle diverse religioni.


Le adozioni a distanza sono state un nostro cavallo di battaglia. Avevamo contatti diretti con Ruanda, Palestina, paesi della ex-Jugoslavia in guerra. I cittadini di Inzago hanno risposto con grande generosità e si sono resi disponibili a sostenere a distanza famiglie in difficoltà, famiglie in guerra con le quali ci sono stati scambi di foto, lettere e invio di generi di prima necessità. Alcuni di noi si sono recati in un campo profughi al confine tra Slovenia e Croazia a conoscere direttamente le famiglie e a portare quanto raccolto a Inzago.


Siamo riusciti anche a organizzare incontri formativi, informativi e di sensibilizzazione, che si concretizzavano poi con banchetti nelle piazze e nelle varie manifestazioni, grazie all’intervento di persone importanti in ambito sociale, ricordiamo per esempio Padre Alex Zanotelli, Luigi Manconi, Padre Sandro Spinelli. Grandi nomi per un paese come Inzago.


La rete con le altre associazioni sul territorio era il nostro obiettivo per condividere e promuovere le varie iniziative e per avere più forza e incidenza nel tessuto sociale. Chiaramente lavorare in rete era molto più complesso di oggi: non c’era internet, non c’erano cellulari, non c’era whatsapp. Tutto avveniva in incontri diretti “in presenza” nel nostro Centro Attività Sociali o in altri spazi, organizzati tramite telefoni di casa o per chi poteva dall’ufficio. Serate passate a discutere, ad analizzare, a mediare tra posizioni diverse, nel tentativo di trovare alla fine una sintesi per la stesura di un documento, per un progetto da sostenere, per l’organizzazione di un intervento nel sociale. Alla fine però si trovava anche il tempo per un bicchiere di vino in compagnia e qualche risata per stemperare la tensione e ci si ritrovava a parlare delle nostre vite.


Perché è anche questa la bellezza del lavorare insieme: impegno, affiatamento e condivisione.


“Mettiamo in piazza la solidarietà” è stato il risultato di questo faticoso e lento lavoro, oggi diremmo, di “fare rete”; non è stato facile aggregare persone di diversa estrazione politica e sociale, nonostante ciò questa manifestazione si è protratta per parecchi anni. Nel mese di settembre, infatti, le diverse Associazioni di volontariato di Inzago riempivano piazza Maggiore con banchetti, giochi per grandi e piccoli e attività legate ai diversi progetti di solidarietà.


L’ambizione di riuscire in primo luogo, noi attivisti, a lavorare insieme, a collaborare è stata molto stimolante e ha portato a risultati di amicizia, solidarietà, apertura.

La Consulta del Volontariato, comitato formato dai rappresentanti dei diversi gruppi di volontariato di Inzago e da rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, è riuscita con fatica ad essere riconosciuta e la voce dei rappresentanti delle varie associazioni ha influito su alcune scelte dell’amministrazione in ambito sociale.


Ora anche gli allora “cittadini stranieri” hanno costituito una “consulta del volontariato” potendosi relazionare direttamente con il comune.


La fatica del lavoro sociale è sempre stata ripagata da un punto di vista umano.

L’orgoglio di essere punto di riferimento, la felicità di vedere che, attraverso te, persone possono esprimersi nella lingua del paese ospitante, crearsi un progetto di vita qui o rientrando nel proprio paese, la soddisfazione di vedere insegnanti e ragazzi che richiedono il tuo intervento nelle scuole, la gioia di portare acqua oppure un’ambulanza in Africa, attraverso donazioni, la consapevolezza di appartenere a una rete di individui che sono in sintonia con te: tutto questo scalda il cuore.


Il mondo è ricco di associazioni e progetti di solidarietà che hanno bisogno di essere sostenuti.


Ci ha fatto maturare molto lavorare in questo gruppo, perché abbiamo toccato con mano ed elaborato sulla nostra persona bisogni diversi dai nostri, perché abbiamo provato a metterci nelle scarpe degli altri per cercare di capire chi è diverso da noi, perché quando si lavora insieme per la solidarietà nascono legami stretti e indissolubili, perché abbiamo fatto fatica, tanta, ma ci siamo divertiti, tanto.


 

Autori: Pinuccio Buzzini

Luisa Calderola

Vanna Gargantini




 
 
 

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