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Una lunga storia



La storia di ognuno di noi come quella delle strutture associative di ogni tipo, famiglia, associazioni, aziende…, si sviluppa quasi mai in modo semplice e lineare, al contrario è punteggiata di snodi o momenti topici che causano rallentamenti repentini o avanzamenti e cambi di passo altrettanto decisi.


Premesso che la proposta di fondazione del C.A.S. pervenne ad alcuni di noi mentre eravamo impegnati nel movimento internazionale IBO – Soci Costruttori, il progetto iniziale prevedeva sostanzialmente una nuova associazione locale dedicata ad alcuni settori del tempo libero. Noi vi aderimmo comunque fiduciosi in una evoluzione dall’interno che avrebbe potuto creare nuovi percorsi ancora più interessanti.


Una prima occasione si presentò poco tempo dopo e fu per me il primo di almeno due momenti decisivi e di cambiamento fondamentali: il passaggio da una visione socialmente di tipo tradizionale, caritatevole e da tempo libero ad una visione di tipo “socio-politico”, strategico (1972) e la presa di coscienza che siamo isole, sia le persone che le associazioni, e possiamo decidere di diventare arcipelago se stabiliamo relazioni tra le isole (1995).


DALL’ATTENZIONE AGLI EFFETTI A QUELLA VERSO LE CAUSE


Il primo cambiamento topico può datarsi a partire già dal 1972 allorchè alcuni di noi parteciparono ad un seminario internazionale a Parigi, conosciuto tramite i Soci Costruttori – I.B.O. ed organizzato da INODEP (Institut Oecumenique pour le Dévéloppement des Peuples), direttore Michel Sèguier.


Perché fu importante quel primo evento? Perché la nostra delegazione condivise al suo ritorno tutta una serie di tematiche che il giovane C.A.S. fece sue e sviluppò non senza conflitti interni e ripensamenti personali di qualcuno.


Se i temi più interni, come le dinamiche di gruppo, l’attenzione agli altri, il protagonismo giovanile, erano già di fatto alla nostra attenzione fin dagli inizi vista anche la composizione eterogenea della base sociale, problematiche e visioni legate alla coscientizzazione, all’autogestione socialista, allo sviluppo della comunità vasta, a metodi di lavoro non violenti e scientificamente testati (analisi, azione, revisione, analisi…) erano assolutamente aspetti nuovi e intriganti soprattutto per i più giovani soci del C.A.S.


L’adozione di questi temi favorì il passaggio dall’approccio assistenziale dei problemi (attenzione agli effetti) all’approccio politico (attenzione alle cause) e permise negli anni successivi il sistematico cambiamento del C.A.S. in una associazione consapevole di quello che stava facendo, democraticamente organizzata, con propri obiettivi pluriennali, strategie diversificate che prevedevano la creazione di una serie di azioni ed iniziative strutturate che fecero man mano del C.A.S. un antesignano dei Gruppi “contenitore”, una sorta di Associazione “madre” con sempre più gruppi “figli”, parzialmente autonomi ma sempre in qualche modo collegati alla “madre”.


Nacquero così a poco a poco:


DEMOS (1974): pubblicazione periodica (bimestrale) di “contro-informazione” completamente autogestita.


OBRA (1974): Casa vacanze estive alternative ed autogestite per ragazzi e famiglie, in Vallarsa (TN).


A.T.L., Associazione Tempo Libero (1983): si occupava della gestione della Casa per ferie di Obra e delle attività culturali lanciate dal C.A.S.


GRUPPO TEATER-7 (1975): Il gruppo era formato da una decina di giovani soci del

C.A.S. che avevano deciso di dedicarsi alla ricerca teatrale e proponeva, tra l'altro, teatro di strada nei vari rioni del paese.


FESTA DELLA MAGNOLIA (1989): storica festa cultural-popolare completamente autogestita dai soci del C.A.S.


BAR (1975, 1999): ambito di socializzazione, di autofinanziamento e di pratica concreta di autogestione gestito da volontari di ogni età.


GRUPPO DONNE (1976): Incontri di autocoscienza tra ragazze per recuperare un ruolo da protagoniste in mezzo ad una cultura e ad una società fortemente maschilista.


C.S.I. (1985), l’acronimo sta per CENTRO SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE che sviluppa per vari anni attività di controinformazione e progetti solidali sui problemi dei Paesi del Sud del mondo.


LA COMUNITA’ DELLA CASCINA MARIAMINA (1974). Piccolo gruppo giovanile che prova a costituire una forma di vera e propria comunità a Inzago. La cascina diventò man mano un centro sociale in miniatura, luogo e rifugio anche, di disagiati sociali e rifugiati politici.


Se quelli finora ricordati sono attività o gruppi iniziati dal C.A.S. un altro nutrito numero di scelte, attività ed organizzazioni sono nate esternamente ad esso ed il C.A.S. ha deciso di volta in volta di parteciparvi attivamente, di invitare i propri soci interessati ad aderirvi, di costituire accordi di collaborazione antesignani delle moderne partnership.


C.F.L.- COOPERATIVA FAMIGLIE LAVORATORI (1972 TREVIGLIO): “gruppo d’acquisto” per fare assieme la spesa soprattutto di beni di prima necessità risparmiando così sui costi d’acquisto. Il Cas aderisce alla proposta a partire dalle nostre famiglie.


SCUOLA POPOLARE 150 ORE (1975): Per alcuni anni la scuola popolare aiuta giovani lavoratori sprovvisti di diploma a recuperare gli anni perduti.


M.A.G.2 – MUTUA AUTOGESTIONE (1980): Esperienza di cooperativa dedicata alla raccolta di finanziamenti (oggi crowdfunding…) per finanziare dal basso iniziative imprenditoriali autogestite e solidali in ogni ambito. Queste esperienze avranno un ruolo importante nella nascita successiva di Banca Etica.


GIRASOLE, cooperativa grafica (1980): esperienza di lavoro autogestito in forma cooperativa che servì al C.A.S. anche come verifica concreta e reale dei concetti di autogestione applicati al mondo imprenditoriale e lavorativo.


ASSOCIAZIONE SCUOLA (1975), associazione di genitori che si poneva l’obiettivo di collaborare con le altre componenti scolastiche nelle varie scuole di Inzago.


LEGAMBIENTE (1983), il C.A.S. fu anche per diversi anni circolo locale di Legambiente. In questo ruolo si svilupparono molte iniziative di tipo ambientale.


IOC-MAB (1978 Internationale Oetmoeting Centrum – Mouvement d’Animation de Base): Rete di gruppi di base europea esistita pochi anni, ma con notevole contributo per una elaborazione teorica sempre più completa al nostro gruppo in tema di coscientizzazione, animazione di base, sviluppo di comunità.


AMMINISTRAZIONE PUBBLICA (1980, 1990, 1993) presenza organica alle consultazioni amministrative locali.


DALL’ISOLA ALL’ARCIPELAGO

Di tutte le realizzazioni sopra ricordate molte rappresentavano una novità assoluta per i tempi in cui si sono sviluppate e talune anticiparono di fatto situazioni poi diventate di dominio comune, una su tutte il Progetto Rete che qui voglio ricordare.


Il secondo cambiamento topico è collocabile pertanto attorno al 1995 a circa 25 anni dagli inizi! Una dozzina di cittadini, alcuni anche amici, si mettono attorno ad un tavolo e iniziano a parlare di Rete.


Non sono tutti associati al C.A.S. anzi rappresentano più gruppi ed associazioni della Società Civile locale, e si incontrano per la prima volta per scambiarsi esperienze, successi e fallimenti, bisogni. Il C.A.S. ha preso l’iniziativa, ha invitato gli altri, non ha dato risposte ma ha fornito lo “spazio”, fisico e relazionale, perché tutti contribuissero ad una analisi della situazione ed alla ricerca di risposte significative.


L’Obiettivo? Cercare sinergie, razionalizzare risorse, fare massa critica anche nei confronti di possibili sostenitori e sponsor, pensare ad un comune progetto di sviluppo della comunità locale.


Si badi che all’epoca Internet non era ancora un fenomeno di massa, un servizio a disposizione di tutti, le relazioni erano basate ancora su incontri fisici e ciò comportava una organizzazione, trovare i tempi necessari per vedersi, ritagliare momenti in cui la propria associazione era messa da parte per pensare collettivamente e a 360°. Il metodo proposto è quello ormai consolidato seguito dal C.A.S., un metodo “circolare” basato sui seguenti step ricorrenti: analisi, progettazione, realizzazione e valutazione. Con un accordo verbale sul modo di lavorare iniziano incontri e ricerche che durano per tutto l’inverno. Alla fine viene redatto un report finale di cui i punti salienti e le proposte sono assolutamente attuali:

  • Proposta di costituire una rete per ogni tipologia di associazione

  • Proposta di costituire una rete locale delle reti della Società Civile con un minimo di organizzazione interna

    • Forum dei referenti delle Reti tematiche

    • Responsabile a rotazione espresso tra i referenti delle Reti tematiche

    • Segreteria tecnica

  • Le Reti tematiche individuate riguardavano i classici settori

    • Cultura

    • Ambiente

    • Sport e tempo libero

    • Sociale e caritativo

    • Informativo

  • I temi sui quali cercare di trovare sinergie, risparmi e collaborazioni erano

    • Le sedi in una Casa delle associazioni

    • Un unico ufficio con compiti di

      • Tenuta delle varie contabilità

      • Segreteria tecnica (appuntamenti, uso spazi comuni….)

      • Ufficio comunicazione unitario

      • Informazione su sponsor, bandi e opportunità di finanziamenti.


Per i motivi più svariati, tra cui Amministrazioni locali non attente a questi bisogni, questi obiettivi non furono di fatto perseguiti e raggiunti, ma resta il precedente di un lavoro certamente utile, anche per eventuali Amministratori pubblici attenti, e probabilmente prematuro rispetto alla situazione culturale del tempo. Infatti ancora oggi è molto presente una specie di attaccamento o di “campanilismo” di gruppo che, se da un lato serve alla coesione interna, dall'altro rischia di rendere velleitari i tentativi di reciproca collaborazione e solidarietà.


CONSIDERAZIONI FINALI

Da quando mi proposero queste riflessioni in occasione dei 50 anni di vita del Centro Attività Sociali un pensiero ed una domanda hanno cominciato a perseguitarmi: ma se oggi quasi tutte le realizzazioni di 50 anni di storia della nostra Associazione sono chiuse e finite che senso ha ricordarne il mezzo secolo di esistenza?


Già perché le nuove generazioni di inzaghesi forse non ricordano o non conoscono cosa cela questa sigla “C.A.S.” e cosa ha significato per centinaia di coloro che l’hanno fatto e vissuto prima di loro!


Se vi ho citato alcune sigle, o come si preferisce dire oggi, alcuni “brand”, probabilmente tante di queste non dicono nulla ai più giovani essenzialmente perché non esistono più, non fanno immagine, non hanno “followers”, non generano “like” ed “emoticon”.


Fortunatamente proprio in occasione del mezzo secolo si è provveduto a realizzare una mostra per far vedere un “come eravamo” che non deve avere solo un valore di ricordo nostalgico, ma che ci dovrebbe far riflettere sul fatto che il C.A.S. è servito, attraverso la proposta di autogestione di tutti i nostri brand, a formare centinaia di cittadini attivi protagonisti della propria storia e di quella della propria comunità.


DEMOS, OBRA, A.T.L., TEATER7, MAGNOLIA, BAR, CSI, CFL, MAG2, GIRASOLE, COMUNITA’, ASSOCIAZIONE SCUOLA, LEGAMBIENTE, CRISTIANI PER IL SOCIALISMO, SCUOLA POPOLARE, GRUPPO DONNE, AMMINISTRAZIONE PUBBLICA, PROGETTO RETE, IBO, MAB... tutte queste sigle hanno significato vita vera e concreta per molti inzaghesi.

Sebbene sia certo che qualcosa o qualcuno ho dimenticato, e me ne scuso, sicuramente tutte queste sigle e titoli bastano ed avanzano per dire quanto lavoro, fantasia, impegno, creatività, tempo hanno profuso decine e decine di allora giovani cittadini inzaghesi e non solo per dare contenuti, motivazioni, risposte ai bisogni che tempo per tempo emergevano dentro la base associativa e nella realtà locale.


Basterebbe un libro per raccontare le storie di tutte le iniziative pensate, partorite e sviluppate da quel contenitore (Think Tank?) che è sempre stato il C.A.S.? Quasi certamente no! Sta di fatto, però, che ancora oggi si sente la mancanza di una struttura di servizio a disposizione di tutto il mondo associazionistico che darebbe comunque grande spinta ad uno sviluppo condiviso della Società Civile locale.

Pertanto secondo me i meriti del C.A.S. riguardano il fatto di aver perseguito per tutta la sua lunga esistenza un ruolo sociale, culturale, inclusivo e politico che ha avuto grande peso ed influenza nella storia di Inzago e della Martesana dal 1971 ad oggi! E per questo ritengo sommessamente che vada ricordato e, perché no, ringraziato, dalla nostra Comunità locale, dalla nostra Città!


 

Autore: Benigno Calvi

 
 
 

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