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Tutti gli amori di una vita

Prima di iniziare la lettura ti consigliamo di dare un'occhiata alla descrizione del progetto.

Foto 1: Irene e Giacomo al loro matrimonio. Alle loro spalle la madre di lei, Mira

Foto 2: Irene e il primogenito Fabio subito dopo il parto.

Foto 3: Irene, la sorella Giulietta e l'amica Ciccia

Foto 4: Irene allestisce il pranzo domenicale.


Dopo le Olimpiadi, Irene fa fruttare la sua laurea diventando un'insegnante e dando lezioni private. Nel frattempo la sua carriera sportiva prospera. Nel 1953 vince ai Mondiali di Bruxelles un altro oro e da allora continua a collezionare successi, individuali e a squadre. A ventotto anni è una campionessa di fama internazionale: è persino la prima atleta a essere invitata in Russia per delle esibizioni.


Nel 1954 arriva un'altra svolta nella vita di Irene, questa volta in ambito privato. Si reca a Milano per un torneo e nel frattempo è invitata anche a un matrimonio. Lì conosce Giangiacomo Corno, un giovane commercialista. Questo incontro all'inizio non nasce sotto una buona stella: benché l’avesse promesso, lui non riesce a vederla gareggiare e il suo biglietto di scuse rimane lettera morta. Dopo si rivedono alla stazione di Milano, ma ella è in partenza e non hanno il tempo neanche per un caffè. A ciò rimedia Giangiacomo, che in seguito cerca Irene nel suo posto di lavoro e quel caffè, alla fine, diventa una cena.

Oltre alla scherma, anche nell'amore il destino gioca un ruolo importante, continuando a far incontrare i due giovani. Irene e Giangiacomo ormai si sono trovati e da allora non si sono lasciati più. <<Nell'ottobre 1956 mi convocarono alle Olimpiadi di Melbourne, ma non ci andai. Preferii sposarmi!>> dice la campionessa.


Negli anni successivi Irene continua a gareggiare, vincendo anche diverse competizioni. I successi più grandi però sono altri: nel '58 nasce Fabio, nel '59 Giulio e nel '63 Giorgio. Tre bellissimi bambini.

Come però si può immaginare, una persona può ottenere il massimo dalla vita fino a un certo punto, poi vanno fatte delle scelte. E Irene sceglie: lascia la scherma nel 1964, dopo le Olimpiadi a Tokyo.

<<Forse ho amato la scherma proprio nel momento in cui l'ho lasciata. Ma non credo che sia giusto per una donna, in special modo per un'atleta, rinunciare per lo sport ad essere moglie e madre. >>.

Forse la scelta è dovuta anche al fatto che vivere a metà certe cose equivale a non viverle affatto, rinunciando nello stesso tempo a premiazioni, gare, e a momenti in famiglia. Forse inconsciamente lo status sociale del marito implica una moglie più convenzionale. Forse i tempi non sono ancora maturi perché una donna si distacchi completamente da quel modello tradizionale a cui per secoli si è rifatta. Forse è Irene stessa che rimane una donna dei suoi tempi, ancora con una forma mentis convenzionale. Del resto le sue parole sembrano tradire l'incomprensione di scegliere la carriera al posto della famiglia. O forse siamo noi che vogliamo saltare a quattro a quattro i gradini del progresso, che pensiamo basti girare la chiave per spalancare la porta. Irene è stata un precursore, ma come sempre nella storia i cambiamenti non avvengono repentinamente: ogni generazione fa un solo passo in avanti.





Un pensiero speciale va a Matilde. Grazie per la tua disponibilità e per averci mostrato, attraverso l'obiettivo e lo sguardo da nipote, la tua Irene.

 

Fotografie di: Matilde Corno


Monza, 1995. Dopo il liceo classico si trasferisce a Londra e si laurea in

Photojournalism and Documentary Photography alla LCC, London College of Communication, con tesi sulla fotografia dronica e la differenza tra il suo uso bellico e il suo uso artistico. Il progetto fotografico di laurea “FM105,4: radio magic” racconta lo scenario pagano del XXI secolo in Inghilterra, con un mix di ritratti e paesaggi mistici. Dopo aver viaggiato in Sud America, torna a Monza, dove insegna in una scuola elementare e fa l’assistente al fotografo Marco Valli.

Oggi lavora presso uno studio di fotografia analogica a Precotto, Milano. Nel 2020 vince il Premio Riccardo Prina “un racconto fotografico” permettendole di fare la sua prima mostra individuale al museo MAGA di Gallarate.


Contatti:

MAIL matilde.corno@gmail.com



Autore dei testi: Bianca Calvi




 
 
 

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