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Una nonna punk

Prima di iniziare la lettura ti consigliamo di dare un'occhiata alla descrizione del progetto.

Foto 1: Irene e sue tre nipoti, tra cui Matilde Corno, il giorno di Natale del 2019.

Foto 2: Irene Camber nella sua casa

Foto 3: La torta di compleanno, al cioccolato, per i 95 anni di Irene

Foto 4: Festa per i 95 anni di Irene, nel 2021

Foto 5: Irene e l'amica Ciccia si concedono una merenda dolce

Foto 6: "Con tanto affetto tua nonna Irene": è la fine della lettera che Irene scrive a sua nipote Matilde per la sua laurea


Irene, dopo la scelta consapevole di lasciare la scherma, ricopre alcune cariche nell'ambito della Federazione Italiana Scherma e riceve dei premi in onore dei suoi traguardi sportivi. Tuttavia non dà mai lezioni di scherma, forse perché vedere qualcun altro praticare il suo sport le risulta troppo doloroso. A volte non si può accettare di stare in panchina. Non si sente di insegnare la scherma nemmeno ai suoi figli, anche se ha cura che la imparino.

<<E quando li vedevo tirare in pedana, io soffrivo!>>.

Per quanto la situazione le provochi sempre una fitta di dolore allo stomaco, li ama troppo per negar loro una gioia da lei così amata. Un comportamento da brava mamma.


In effetti Irene si dedica molto alla famiglia. Si occupa dei figli e ora è una nonna felice con i suoi ben sette nipoti. La dimensione familiare mette in luce una Irene diversa dall'atleta. In un certo senso la umanizza, togliendola dal podio e facendola sedere su una sedia da cucina. Trascorre anni tranquilli fatti di pappe e compiti a casa, di sonnacchiosi pomeriggi domenicali e foto di famiglia. Gode dell'appagamento di essere una buona moglie e una buona madre.

Stiamo però sempre parlando di Irene Camber, una persona sì convenzionale e coerente ai costumi del suo tempo, ma anche con uno spirito indomito. È una donna che non può essere contenuta nelle quattro mura domestiche, perché tende sempre e inevitabilmente all'eccezionale, anche nel senso di costituire un'eccezione. E forse questa sfumatura caratteriale si dimostra in una declinazione non comune del ruolo di madre e nonna. Irene infatti non è una brava cuoca, non è troppo espansiva né appiccicosa, ossia adotta un atteggiamento diametralmente opposto a quello delle sue "colleghe"! Anzi è un genitore esigente e severo: pretende impegno e ha un rigido codice di comportamento. Forse qui possiamo cogliere il lato ironico di una figlia che, malgrado ne abbia sentito il peso in prima persona, agisce come il padre sui suoi figli e nipoti. Talis pater talis filia: è proprio vero!


L'indole anticonvenzionale si palesa anche al di fuori del contesto familiare. Irene d'altronde è una donna fuori dal comune perfino nelle piccole cose quotidiane. Per esempio ha una debolezza per la cioccolata e ne mangia troppa; si diverte nel fare le parole crociate, anche se non è molto brava, e quindi aspetta il numero successivo della Settimana enigmistica per trascrivere le definizioni mancanti. Ha voluto guidare fino a 90 anni, malgrado gli evidenti problemi per un'anziana.

Una persona del genere si circonda di amici della stessa pasta. Un esempio è una sua cara amica, chiamata "la ciccia", una signora bassissima e ricurva. Dalla memoria formidabile, è una donna eccentrica, sposata con un croato e residente in una specie di casa-museo. Chiaramente lei e Irene sono anime affini, unite nell'eccentricità e nell'amore per essere se stessi.


Insomma anche nella sfera privata la Camber risulta essere una persona unica e irripetibile. Tale tratto si evidenzia ancora di più se associato al suo rapporto con i nipoti. Questi ultimi, malgrado la rigidità della nonna, non possono che simpatizzare con lei, ammirandone l'andamento controcorrente e l'indole irriverente. In un certo senso suddetto atteggiamento avvicina le due generazioni, anche se alla base ci sono azioni e intenti diversi. È un punto di comunicazione tra i giovani nipoti e una nonna diversa, una nonna un po' punk.





Un pensiero speciale va a Matilde. Grazie per la tua disponibilità e per averci mostrato, attraverso l'obiettivo e lo sguardo da nipote, la tua Irene.

 

Fotografie di: Matilde Corno


Monza, 1995. Dopo il liceo classico si trasferisce a Londra e si laurea in

Photojournalism and Documentary Photography alla LCC, London College of Communication, con tesi sulla fotografia dronica e la differenza tra il suo uso bellico e il suo uso artistico. Il progetto fotografico di laurea “FM105,4: radio magic” racconta lo scenario pagano del XXI secolo in Inghilterra, con un mix di ritratti e paesaggi mistici. Dopo aver viaggiato in Sud America, torna a Monza, dove insegna in una scuola elementare e fa l’assistente al fotografo Marco Valli.

Oggi lavora presso uno studio di fotografia analogica a Precotto, Milano. Nel 2020 vince il Premio Riccardo Prina “un racconto fotografico” permettendole di fare la sua prima mostra individuale al museo MAGA di Gallarate.


Contatti:

MAIL matilde.corno@gmail.com



Autore dei testi: Bianca Calvi




 
 
 

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